18 dicembre 2024
Fin da subito l’Associazione ha promosso iniziative che incentivassero la conoscenza e la tutela dei luoghi. In un primo momento si è orientata verso interventi di restauro di Beni, piccoli ma altrettanto significativi per la comunità, come l’Antica Edicola dei Giornali di Mantova, il Teatrino di Vetriano e la Torre di Velate, e dei Luoghi del Cuore, tra cui mi piace ricordare il Mulino Gervasoni a cui si ispirava il nostro primo logo.
Negli anni il supporto al FAI è rimasto immutato e ci ha consentito di prendere parte attiva ai restauri di altri Beni come l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, l’Orto sul Colle dell’Infinito, Palazzo Moroni e il Monastero di Torba, che proprio quest’anno ha visto l’inaugurazione delle nuove aule didattiche realizzate nell’ex fienile anche grazie al nostro contributo.
Importante è stato, inoltre, l’impegno a fianco del FAI per la tutela della memoria storica dei suoi archivi, in particolare la digitalizzazione e la valorizzazione del patrimonio fotografico dei suoi padri fondatori, Renato Bazzoni e Guido Monzino, nonché l’avvio di un nuovo progetto di gestione degli archivi iconografici (DAM) che sarà sviluppato nel 2025.
La solidarietà sociale e l’accessibilità culturale sono da sempre temi fondanti della nostra missione.
Proprio per questo ci impegniamo quotidianamente per sviluppare esperienze di cittadinanza attiva, rivolte soprattutto alle comunità di origine straniera di Milano e di Brescia e a soggetti in condizione di fragilità socioeconomica. Lavoriamo a stretto contatto con i Consolati, gli Enti del Terzo Settore e altre Istituzioni per costruire reti a supporto della collettività. Le testimonianze più belle dei nostri anni di storia arrivano dai tanti mediatori artistico-culturali che si sono formati con noi e a loro volta hanno restituito esperienze e conoscenze alla propria comunità d’origine in molte iniziative culturali. Ne abbiamo raccontate alcune nel nostro podcast Risvolti.
Era il 2008 quando Giosi Conte Archetti, allora Presidente dell’Associazione e Capo Delegazione FAI di Brescia, durante una Giornata FAI, si era resa conto della totale assenza di partecipazione dei cittadini di origine straniera. Nacque così il progetto “Arte, un ponte tra culture” per promuovere la fruizione artistica e culturale nel rispetto di tutte le persone, senza differenze linguistiche o etniche. Per consentire una maggiore diffusione di questi valori, dal 2018 il progetto ha preso il nome di “FAI Ponte tra culture” ed è gestito a livello nazionale dal FAI attraverso la sua Rete Territoriale.
Noi abbiamo continuato a sostenerlo, promuovendo bandi che consentissero alle Delegazioni FAI di organizzare corsi d’arte per i nuovi cittadini italiani e avviando noi stessi attività formative basate sul dialogo interculturale.
Crediamo fortemente che investire nella formazione sia lo strumento più efficace per sconfiggere i pregiudizi, promuovere la tolleranza e stimolare la coscienza di una società più equa e rispettosa.
L’arte e la cultura rappresentano a tal fine un linguaggio universale, capace di affrontare anche temi complessi come l’emancipazione femminile, le migrazioni, la convivenza pacifica e il valore della diversità nel senso più ampio del termine. Siamo orgogliosi di aver sostenuto due Borse di Studio e altri contributi straordinari per l’avvio degli studi universitari di giovani con background migratorio. Insieme al FAI e alla Fondazione IBVA di Milano stiamo inoltre portando avanti il progetto “A più voci”, con il sostegno di Fondazione Cariplo, per realizzare iniziative di formazione e partecipazione di cittadini di origine straniera e allo stesso tempo percorsi di inclusione per i disabili visivi, i caregiver e le famiglie nei territori di Varese e Bergamo. Un percorso simile è stato realizzato a Villa Necchi Campiglio a Milano con il progetto Altreguide che ha dotato il Bene FAI di audioguide tradotte nelle lingue minori. Al tema dell’accessibilità abbiamo, infine, dedicato molta attenzione contribuendo a formare professionalità all’interno dei Beni FAI in grado di ideare, sviluppare e gestire in maniera autonoma progetti ed esperienze di visita inclusive.
Ricordo con grande commozione un’apertura in Giornata FAI di Casa Verdi, in collaborazione con i ragazzi richiedenti asilo accolti dal Centro di via Corelli a Milano.
Il loro impegno e la fierezza dei loro sguardi per aver contribuito a far conoscere questo luogo della città mi avevano toccato profondamente e ancora oggi, a ripensarci, rivivo la stessa emozione di allora.
Guardando al ruolo che l’Associazione ha avuto in tutti questi anni, sempre in totale sintonia con la Fondazione, ritengo importante essere riusciti a dar voce a tante persone, provenienti da ogni parte del mondo, e al bagaglio di cultura e di tradizioni che queste hanno portato con sé.
Si può fare la differenza in maniera tangibile. Noi ci abbiamo provato e in qualche caso ci siamo riusciti.
nei Beni FAI tutto l'anno
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