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Casa Macchi è un grazioso palazzetto di provincia che sorge all'ombra del campanile della chiesa di un tranquillo paesino a pochi chilometri da Varese, Morazzone
L'impianto originario della Villa, costituito da un basso edificio a due piani con torretta, risale al XVII secolo ed era di proprietà dei marchesi Viani, uno dei casati più in vista e potenti di Morazzone. Tra sette e Ottocento la Villa subisce modifiche, ampliamenti, frazionamenti e accorpamenti sia dal punto di vista architettonico che di proprietà a fine Ottocento le planimetrie storiche attestano la presenza di due distinti corpi di fabbrica appartenenti a due diverse famiglie, i Sommaruga e i Bottelli. Si deve ad Adele Bottelli, moglie dal 1889 del ragioniere Giuseppe Macchi l'unione dei due copri in un unico edificio e sotto un'unica proprietà. La casa entra così nel Novecento come «Casa Macchi» da quel momento non subisce più cambiamenti significativi e rimane di proprietà di un'un
Casa Macchi è circondata da un elegante giardino che conserva ancora il fascino della struttura e dei dettagli di fine Ottocento/primo Novecento. Gli esterni della casa restituiscono l'atmosfera tipica delle ville dell'epoca, edifici distinti nel centro del paese, ornate di giardini. Annessi all'edificio principale, sono presenti ambienti con funzione agricola, una rimessa per le carrozze e stalla e un locale agricolo un tempo adibito a fienile. Gli interni di Casa Macchi, per quanto segnati da un lungo periodo di abbandono, rivelano una ricchezza inaspettata di arredi, suppellettili, oggetti d'arte, tessuti, dipinti e stampe. E' significativa la straordinaria uniformità di stile, che, dagli arredi, alle opere, agli oggetti d'uso quotidiano si presenta come un documento coerentemente completo di un periodo preciso della storia del gusto e dell'abitare lombardi.
Casa Macchi è regolarmente aperta al pubblico, dirante le Giornate di Primavera: - Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola Media di Morazzone - Visite speciali con architetti e ingegneri che hanno lavorato al cantiere sabato e domenica alle 10,30 e 12 - Visite speciali con conservatori e restauratori che hanno lavorato al cantiere sabato e domenica alle 15 e 16,30 - Visita alla Chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio e al suo museo con l'affresco del Morazzone sabato e domenica alle ore 14,30 a cura della Parrocchia di Sant'Ambrogio
- Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola Media di Morazzone - Visite speciali con architetti e ingegneri che hanno lavorato al cantiere sabato e domenica alle 10,30 e 12 - Visite speciali con conservatori e restauratori che hanno lavorato al cantiere sabato e domenica alle 15 e 16,30 - Visita alla Chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio e al suo museo con l'affresco del Morazzone sabato e domenica alle ore 14,30 a cura della Parrocchia di Sant’Ambrogio
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni della Scuola Media di Morazzone Visite speciali a cura di architetti, conservatori, restauratori e ingegneri che hanno lavorato nel cantiere di restauro di Casa Macchi - Visita alla Chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio e al suo museo con l'affresco del Morazzone a cura della Parrocchia di Sant’Ambrogio
Casa Macchi è un grazioso palazzetto di provincia che sorge all'ombra del campanile della chiesa di un tranquillo paesino a pochi chilometri da Varese, Morazzone. Non vi è nulla di straordinario in questo luogo, né nel giardino, né nell'architettura, né nelle decorazioni o gli arredi, né infine negli oggetti o nella storia dei suoi abitanti. Eppure la prima visita qui soddisfa, perché vi è un indiscutibile fascino nel penetrare in un mondo che fu, conservato fin nei suoi minimi dettagli, congelato nel momento dell'abbandono - che pare quasi furtivo, repentino e inevitabile -, e che ancora odora di vita quotidiana, della caffettiera rimasta sulla stufa o della pipa lasciata sul tavolino tra le poltrone del salotto. Al di là di ragnatele fittissime e polvere di tarli, quel che colpisce a Casa Macchi è la possibilità di cogliere e restituire la vita autentica di una dimora che non fu né cascina né palazzo, né ordinaria né straordinaria, ma tipica, tradizionale, semplice, vicina nelle forme - borghesi, con qualche gradevole vezzo alto-borghese - e vicina nel tempo, tanto da generare curiosità ed empatia nel visitatore, che vi riconoscerà oggetti e consuetudini in un paesaggio domestico che appartiene alla sua stessa tradizione (soprattutto se lombardo), capace di solleticare la memoria e di accendere un qualche interesse antiquario.