Questo sito beneficia di fondi europei - PNRR programma interventi di restauro di chiese del patrimonio del Fondo Edifici di Culto (FEC).
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Non lontano dal varco di Porta S. Maria, appena fuori dalle mura del borgo di Mondolfo, sorge il Complesso monumentale di S. Agostino, dall'ampio convento e con la maestosa chiesa di S. Maria – che, appunto, alla Porta dà il nome – ma da tutti meglio conosciuta semplicemente come Sant'Agostino per i frati agostiniani che lo vollero.
La chiesa doveva già esistere sul finire del Duecento quando vi giunsero gli Agostiniani. Probabilmente provenivano dalla loro comunità eremitica presente nella vicina Piaggiolino, in territorio di Trecastelli. Certamente nel 1427 è attestata la presenza di una cappella dedicata a S. Antonio Abate. La munifica committenza privata, che caratterizzerà sempre S. Agostino unitamente ai numerosi lasciti testamentari fatti al convento, denotano il forte attaccamento della Comunità mondolfese verso questo luogo, e di qui va certo spiegato l'interessamento del Comune di Mondolfo nel 1466 per la ricostruzione della chiesa, danneggiata dalle varie guerre del periodo, e i cui lavori erano stati affidati ad Antonio di Pietro da Vercelli.
La Chiesa di S. Agostino può certamente essere considerata una vera e propria "pinacoteca" con i suoi splendidi altari lignei adorni di altrettante preziose tele di importanti pittori del XVI, XVII e XVIII secolo tra i quali si ricordano: Iohannes Hispanus, Giuliano Presutti, Alessandro Vitali, Claudio Ridolfi, Ernst van Schayck, Giovan Francesco Guerrieri, Girolamo Cialdieri, Sebastiano Ceccarini, Alessandro Tiarini e Pietro Tedeschi. Altrettanto importante la monumentale sacrestia, con imponenti armadiature lignee dalle specchiature lisce intervallata da lesene che richiamano i banconi dei magistrati realizzati sul finire del Cinquecento ad opera dei maestri Marangoni Carloni di Mondolfo. Gli armadi realizzati in legno di noce, conservano un tesoro inaspettato, una preziosa collezione di reliquiari dorati, opere barocche di probabile produzione romana del XVII secolo, con centinaia di reliquie. Inoltre dietro all'armadio centrale, si cela, scorgendola da un foro appositamente realizzato, una pittura murale a soggetto profano con una giovane donna avvolta da veli.
Nelle Giornate Fai di Primavera potremo visitare la Sacrestia, normalmente chiusa al pubblico e con l'accesso limitato al solo prelato per le funzioni religiose particolari che vengono celebrate durante le festività.
Sabato 23 e domenica 24 pomeriggio nella Chiesa di Santa Giustina in via XX Settembre 6, Momento Musicale a cura degli allievi del Conservatorio Rossini di Pesaro.
Visite a cura di Apprendisti Ciceroni dell'Istituto Comprensivo Statale Enrico Fermi