
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
La Pieve di Santa Maria Assunta a Piedeldosso di Gussago, detta anche la Chiesa dei Morti, sorge nell'antico nucleo longobardo, in posizione strategica sulle strade di collegamento con la Valtrompia tramite il passo della Forcella, con Brescia tramite il passo della Torricella e con la Franciacorta lungo la "antica strada romana". Si consiglia di parcheggiare in piazza Vittorio Veneto, in 10' si raggiunge a piedi la chiesa.
La chiesa ha una storia millenaria. Di origine altomedioevale, fu alle dipendenza della potente abbazia benedettina di Leno. L'edificio subì profonde modifiche nel sec. XII e deve il suo aspetto attuale agli interventi del 1470 e ai successivi abbellimenti secenteschi e settecenteschi. Fu sede parrocchiale fino al 1760, quando con l'inaugurazione della nuova chiesa fu spogliata di molti arredi. Ha sempre svolto la sua funzione di chiesa con le celebrazione di messe e matrimoni.
Bell'esempio di chiesa rustica lombarda. Sulla modesta facciata spicca un elegante portale rinascimentale in pietra di botticino, composto da due spalle scolpite a candelabra, capitelli corinzi e architrave arricchita dalla decorazione di stemmi e festoni. Il campanile con copertura a pigna ha massiccia struttura ed è la parte visibile più antica essendo del XII sec. La vasta navata unica in origine era rischiarata da monofore, mentre nel ‘600 si aprirono finestroni semicircolari. L'abside originaria semicircolare fu sostituita da una quadrata, conserva un ciclo dedicato alla Madonna Assunta di pregevole fattura ed è chiusa da una balaustra in pregiati marmi commessi della fine del ‘600. Vi si affaccia la sacrestia da cui si accede al campanile. Precedono l'abside due cappelle laterali, a sinistra quella della Disciplina della Santa Croce, a destra quella dei Santi Pietro e Paolo: affreschi del 1480 da una parte e stucchi del 1600 dall'altra. Sulla parete sud nel 1630 dopo la peste fu aperta la cappella di san Nicola da Tolentino, con dipinti e stucchi. I recenti restauri hanno riportato alla luce una parte del manto pittorico che rivestiva quasi tutte le pareti con ex voto di varia importanza e qualità esecutiva.
La chiesa custodisce ancora opere importanti. Il cosiddetto pulpito di Maviorano, opera di scultura longobarda databile al VIII sec., costituta da due lastre di calcare cristallino (tipo marmo apuano) interamente incise a bassorilievo, con simboli allegorici che rimandano alla cultura religiosa longobarda. Sulla lastra maggiore è raffigurato un cavaliere che si sta avventurando in un mondo popolato da aquile, pavoni, leoni, agnelli, tutti animali dal profondo valore simbolico, che si rivolgono ad un albero centrale, identificato con l'Albero della Vita. Da notare l'eccezionalità della presenza di una iscrizione MAVIORAN(U)S o MAVI ORANS di incerta lettura e significato. Nella lastra piccola laterale un grande cerchio racchiude un leone ed è contornato da rosette solari. Nell'abside il "Polittico del Rosario" di Luca Mombello, con firma in un cartiglio della seconda metà del cinquecento in pregevole cornice dorata, raffigura la Madonna che dà il rosario ai domenicani.
volontari FAI e volontari associazione Amici della Pieve di Gussago
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis