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Un viaggio tra passato e presente in uno dei luoghi più carichi di storia di Brescia: il teatro Mina Mezzadri-Santa Chiara. Erede della grande tradizione francescana della città, si collocava, un tempo, a ridosso delle mura ed alle pendici del Colle Cidneo. Oggi, pur restando inglobato nella zona del Carmine, è posto nel cuore pulsante della vita universitaria e della movida della città.
Le prime notizie su un monastero di "Damianite" (clarisse), risalgono al XIII secolo. Di quel monastero e della chiesa annessa, non resta oggi più nulla, poiché il complesso religioso venne modificato molte volte nei secoli. La prima nel 1580 dopo lo scoppio del torrione Mirabella del castello ed in seguito ancora nella seconda parte del 1600 e nella prima del 1700, quella che è giunta sino a noi. Con le soppressioni ed in seguito con la trasformazione del monastero in sede universitaria, la chiesa rimane inutilizzata e fatiscente fin quando non venne affidata alla Compagnia della Loggetta che lo gestisce fino ad oggi, come sala teatrale. Nel 1963 il primo spettacolo teatrale con la regia di Mina Mezzadri, alla quale adesso è dedicato.
Il teatro "Mina Mezzadri-Santa Chiara" è collocato nell'antica chiesa del monastero delle clarisse, conservando in parte, la decorazione settecentesca. Dopo aver superato il foyer si accede all'aula liturgica vera e propria che conserva ancora la decorazione di Giovan Antonio Gagini, con la gloria di Santa Chiara e San Francesco e di Giovanni Zanardi che decorò 14 elementi figurativi sopra il cornicione di imposta. Nulla resta invece dell'altare maggiore con opere del Paglia, Ferramola, ecc… disperse durante le soppressioni.
Il teatro "Mina Mezzadri" ha una storia di grande rilevanza nella tradizione teatrale bresciana ed è, ad oggi, uno dei più frequentati luoghi della cultura in città. L'importanza dell'apertura in quanto tale, pertanto, non risiede nella semplice offerta degli spazi, quanto nella narrazione, da una prospettiva diversa, della storia di un luogo connesso alle vicende religiose e civili della città. Esso, inoltre, si presenta come la radice di un'altra apertura che caratterizzerà le "Giornate di Primavera" del FAI, ossia quella del Teatro "Renato Borsoni".
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