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Il centro storico di Urbino conserva ricche testimonianze del suo passato, è diventato patrimonio dell'UNESCO nel 1998. Il cuore della città è la piazza della Repubblica, dalla quale si dipartono quattro vie principali che conservano i monumenti oggetto della nostra visita. Ci troviamo nell'antica contrada di Santa Lucia, cosiddetta dal convento trecentesco che si trovava, con la chiesa, di fronte all'attuale chiesa di Santo Spirito.
Palazzo Albani si affaccia con la sua imponente struttura architettonica sulle vie Bramante, Viti e del Balestriere. Il primo nucleo dell'edificio risale alla metà del secolo XV quando la famiglia, d'origine albanese, si stabilì a Urbino, attratta dalla fama del Duca Federico. L'impianto architettonico che sopravvive nell'edificio odierno è, però, di epoca successiva, e coincide con la grande ascesa della famiglia nei decenni iniziali del Settecento, quando Giovanni Francesco Albani – che nacque in questo palazzo - fu eletto al soglio pontificio con il nome di Clemente XI (1700-1721). Dalla fine del secolo XIX, con l'estinzione della famiglia, inizia la dispersione dell'immenso patrimonio storico-artistico e librario in esso conservato. Il palazzo è oggi di proprietà dell'Università.
Il Museo, gestito dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Urbino, comprende una collezione di quarantuno calchi, acquisiti dall'Istituto di Belle Arti delle Marche subito dopo la sua fondazione a Urbino nel 1861 ed a tutt'oggi in proprietà del Liceo Artistico - Scuola del Libro, erede dell'istituzione ottocentesca. I gessi cominciarono ad essere trasferiti a Palazzo Albani dal 1974 a seguito di un lungimirante accordo tra le parti interessate del tempo (Istituto di Archeologia dell'Università; Dirigenza scolastica; Soprintendenza alle Belle Arti). La prima inaugurazione del Museo risale al 1988, mentre l'attuale allestimento, comportato dalla ristrutturazione di Palazzo Albani, è stato inaugurato ed aperto al pubblico nel 2012. I calchi, esaltati dal contrasto cromatico con le murature in laterizio degli ambienti che li ospitano, restituiscono una significativa campionatura delle più celebri sculture del mondo greco e soprattutto romano, rinvenute principalmente in Italia sin dal XV secolo ed oggi conservate nei maggiori musei d'Europa (Musei Vaticani, Musei Capitolini, Gallerie degli Uffizi, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Louvre, British Museum, ma anche Hermitage etc.).
Nelle Giornate FAI di Primavera, la visita al Museo dei Gessi farà scoprire il ruolo che i calchi dalla statuaria antica hanno ricoperto nella storia della cultura visiva occidentale, favorendo la trasmissione di modelli dal forte statuto iconico ed ancora oggi ampiamente citati e riprodotti in molteplici forme. Nell'occasione, saranno esposte tavole incise e volumi a stampa del Fondo di Antico di Ateneo, le cui illustrazioni hanno contribuito a diffondere l'immagine di queste opere, costruendone l'iconicità attraverso veri e propri musées de papier. Inoltre, studenti del Liceo Artistico-Scuola del Libro di Urbino animeranno laboratori di disegno, con la pratica della "copia dal vero", operazione strettamente connessa all'ideazione e alla realizzazione delle stampe artistiche, configurandosi quale fondamentale linguaggio espressivo di ogni tecnica incisoria, strumento del disegno e del suo sviluppo. Mostreranno così concretamente ai visitatori la funzione di una gipsoteca artistica nata a scopo didattico: offrire modelli per esercitarsi "nel buon gusto e nel bello stile".
Prof.ssa Anna Santucci (Direttore scientifico del Museo dei Gessi). Visite a cura degli studenti universitari afferenti al Dipartimento di Studi Umanistici - Laurea Magistrale Lettere Classiche - Laurea Magistrale Storia dell'Arte