Scopri il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo
Salendo dal paese di Valdobbiadene (TV) lungo le pendici del Monte Cesen, nelle Prealpi Venete, dopo un suggestivo alternarsi di boschi, pascoli e malghe, si apre quasi improvvisamente la spianata di Pianezze. Qui, a 1.061 metri di altezza, si può godere del silenzio, del fresco e della quiete che la natura ci regala. Proprio nel piazzale, sorge il Tempio Internazionale del Donatore, costruito nel 1962 per volontà di alcuni audaci donatori di sangue che volevano cancellare lo sdegno del sangue inutilmente versato nel territorio durante le guerre. Si volle costruire un tempio dedicato invece al dono anonimo e gratuito del sangue e si scelse un luogo dove, durante la Grande Guerra, sorgeva una postazione di cannoni. Partendo proprio dal motto “il sangue si dona, non si versa” questi artefici vollero trasformare un luogo violentato dall’odio e dalla morte in uno che parlava di vita e di pace. Da quel giorno, quel luogo rappresenta la casa di tutti, dove trovare serenità e amore e ricercare l’entusiasmo e l’impegno necessari per rilanciare azioni di solidarietà e generosità. Per oltre cinquant’anni, il Tempio è stato meta di visite, feste, incontri, convegni e raduni di volontari del dono di tutta Italia, di qualsiasi sigla e appartenenza, perché simbolo della generosità del donare il sangue, gli organi e i tessuti al prossimo. Dal dicembre del 2017 il Tempio è chiuso per inagibilità, a causa di ingenti danni causati dalle intemperie e dal tempo. Nel 2019, per volere delle quattro Associazioni del dono più significative d’Italia (Avis, Fidas, Fratres e Aido), è stata costituita l’Associazione ODV Tempio Internazionale del Donatore, per la rinascita del Tempio. Oggi noi tutti, in questo periodo storico e sociale particolarmente delicato, in cui gli errori del passato sembrano quasi riemergere, vogliamo ricordare l’insegnamento che i padri fondatori ci hanno lasciato in eredità. Vogliamo tramandarci uno spazio destinato al culto, e non solo religioso, che riconosce la sacralità del dono del sangue, dei tessuti e degli organi, e il valore della vita che esso rappresenta.
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IL BENE
Il tempio si trova in un’area montana, sulla spianata di Pianezze a 1.061 metri di altezza, all’interno dell’area delle “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, dal 2019 riconosciuta Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO in qualità di “paesaggio culturale”. Il Tempio è raggiungibile salendo lungo le pendici del Monte Cesen, nelle Prealpi venete, dopo un suggestivo alternarsi di boschi, pascoli e malghe. Fu costruito nel 1962 per volontà di alcuni donatori di sangue che volevano cancellare lo sdegno del sangue versato nel territorio durante le guerre: il tempio è collocato infatti in un’area particolarmente simbolica, ovvero nel punto in cui, durante la Grande Guerra, sorgeva una postazione di cannoni. L’edificio rappresenta una delle opere più apprezzate dell’architetto Giuseppe Davanzo (1921-2007), allievo di Carlo Scarpa. La forma a tenda della copertura rappresenta il riparo e l’accoglienza, mentre l’essenziale interno conserva un crocifisso in legno di scuola veneziana del XVI secolo, bisognoso di restauro.
PROGETTO SOSTENUTO
L’intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo – richiesto dall’ODV Tempio Internazionale del Donatore – permetterà il restauro dell’importante Crocifisso, con interventi di consolidamento strutturale, pulitura e recupero complessivo. Oltre all’oggettiva valenza storico-artistica, il crocifisso ha anche un notevole significato storico: per tutta la durata della I Guerra Mondiale, fu infatti conservato in una piccola cappella costruita sul Monte Cesen, in cui venivano ammassati i corpi dei soldati uccisi: l’opera restaurata tornerà così a rappresentare, in tutta la sua imponenza, un monito contro lo spargimento di sangue.
LE PERSONE CHE HANNO RACCOLTO I VOTI
Grazie alla visibilità ottenuta attraverso la raccolta voti promossa dal comitato “Insieme per il Tempio” - costituito dalle quattro associazioni del dono più significative in Italia: Avis, Fidas, Fratres e Aido - nei primi mesi del 2021 è stata attivata una importante raccolta fondi, partecipata da oltre cento soggetti pubblici e privati, che ha permesso la riapertura del luogo dopo quattro anni di chiusura.
CONTRIBUTO: 12.115 euro
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