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La costruzione della chiesa di S. Giacomo della Vittoria ricorda un fatto d’arme glorioso, la vittoria riportata alle porte di Alessandria il 25 luglio 1391, giorno di San Giacomo, dagli Alessandrini con le truppe viscontee agli ordini del condottiero veronese Jacopo Dal Verme, che sconfissero l’esercito francese guidato da Giovanni III d’Armagnac che aveva assalito la città. Il bottino fu utilizzato, in parte, per la costruzione della chiesa, che fu chiamata, appunto, della Vittoria. L’intero complesso è stato oggetto di interventi cospicui nei secoli, che ne hanno snaturato l’originaria forma trecentesca. Infatti, le primitive strutture sono state inglobate nella trasformazione sette-ottocentesca. L’edificio primitivo iniziato nel 1392 dovette essere terminato all’inizio del sec.XV e dato agli agostiniani nel 1405 dopo breve officiatura dei preti secolari, così come il convento intitolato a San Cristoforo che sorse insieme alla chiesa, centro di attività caritative, culturali ed educative. Agli agostiniani si devono i lavori di riplasmazione architettonica e ridecorazione eseguiti fra i secoli XVIII-XIX. La chiesa oggi si presenta ad aula unica con volta a botte e abside poligonale mentre le pareti perimetrali sono scandite da tre archi per lato; il rivestimento marmoreo dei pilastri è riconducibile a un intervento novecentesco. La volta presenta motivi decorativi ad affresco e cornici in stucco dorato riconducibili agli anni ’50-’60 dell’Ottocento. Degno di nota è ciò che rimane dell’originaria decorazione trecentesca ad affresco: la Madonna del latte del 1395 attribuito al pittore lodigiano detto ‘Maestro di Ada Negri’. Il frammento, serrato in una teca, si trova sul muro perimetrale destro ed è completato da un finto tendaggio tardo-ottocentesco. L’affresco è stato restaurato nel 2021 con particolare attenzione al recupero ed al fissaggio dei colori originari. All’interno fulcro devozionale è la statua lignea della Madonna Addolorata, risalente al 1700, splendidamente intarsiata e dorata. Tra il 1668 e il 1690 le iniziative di culto da parte dei Servi di Maria favorirono la diffusione del culto della Madonna dei Dolori. Inizialmente il culto dell’Addolorata era collegato alla Settimana Santa, poi è nata la sua festa, originariamente celebrata il venerdì prima della Settimana Santa o dopo la Pasqua ed infine a settembre. I simboli che meglio identificano questo tipo di immagine sono le sette spade conficcate nel cuore, il volto inclinato e rivolto a cielo, mani giunte con dita intrecciate. Accanto alla Madonna Addolorata, nella chiesa è conservato il Cristo Deposto, e un Crocifisso considerato Miracoloso, che fa della chiesa l’edificio sacro cittadino con più ex voto. Percorso devozionale di particolare rilievo è la Via Crucis realizzata su tavole in legno policromo con figure in altorilievo, con cui si ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota, associata alle raffigurazioni dei sette dolori di Maria, unica in Alessandria, oltre che le vetrate che rappresentano i sette santi fondatori dell’Ordine mendicante dei Serviti. Sono inoltre presenti: una pinacoteca devozionale di circa 300 quadri (tra cui 35 quadri con 1500 rosari metà dei quali fatti a mano con semi di piante raccolti in tutto il mondo) a tema religioso nel corridoio antistante, una collezione di circa 60 rosari capoletto esposti in sacrestia e una biblioteca di un migliaio di libri antichi e una collezione di circa mille pezzi di oggetti di devozione popolare, esposti in sacrestia.
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