
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Palazzo Moroni si trova a Bergamo Alta, in via Porta Dipinta 12. È un tipico palazzo aristocratico lombardo del Seicento, da sempre appartenuto alla famiglia Moroni, che conserva eccezionalmente, oltre agli interni arredati e decorati con alcuni capolavori d'arte, l'impianto complessivo originario, comprendente un giardino e un'ortaglia di circa due ettari, rarissima in un contesto urbano e che oggi ha il valore di un vasto, insolito e suggestivo parco storico nel cuore della Città Alta.
Dal 1636 la famiglia Moroni possiede e abita questo palazzo eccezionalmente conservato nell'impianto originario: dagli interni al piano nobile ai giardini, estesi ai piedi della Rocca civica, tra terrazzamenti panoramici e un'area agricola – l'ortaglia – di circa due ettari. Fin dal Seicento, il palazzo si affaccia su un complesso di giardini all'italiana: sono giardini formali pensili, articolati in una balconata e tre terrazzamenti che si sviluppano a ridosso del Colle di Sant'Eufemia. Il terzo e più alto terrazzamento dà accesso al Pensatoio del conte, una torretta in stile neomedievale costruita nell'Ottocento sui resti di una più antica struttura già di pertinenza della Rocca civica.
Dalla corte d'ingresso si arriva allo Scalone monumentale, che conserva ancora gli affreschi di Gian Giacomo Barbelli, una delle testimonianze più rilevanti e significative del Barocco a Bergamo. Lo Scalone conduce al piano nobile: dietro a queste porte si trovano sale e saloni affrescati e arredati tra Sei e Ottocento. Qui è conservata anche la Collezione Moroni: una raccolta ampia e varia, tra cui spiccano i celebri ritratti di Gian Gerolamo Grumelli (Il Cavaliere in Rosa) e di Isotta Brembati del pittore di Albino Giovanni Battista Moroni. Oltre i giardini formali, si estende l'ortaglia, annessa alla proprietà nel corso dell'Ottocento grazie ai fratelli Pietro e Alessandro Moroni, studioso di agronomia. Qui si trovano ancora viti allevate su pergola, alberi da frutto e un roccolo, cioè un circolo di alberi di carpino, i cui rami intrecciati fungevano da reti per cacciare uccelli vivi a scopo alimentare e ludico. Non mancano gli alberi di gelso: uno dei simboli della famiglia, arricchitasi grazie all'allevamento del baco da seta che si nutre proprio delle foglie di questo albero.
Nelle Giornate FAI di Primavera 2025 offriamo al pubblico la possibilità di visitare lo Scalone d'Onore, le sale secentesche del piano nobile e le sale ottocentesche recentemente restaurate e inaugurate. Il piano nobile, la ricca quadreria, gli affreschi di Gian Giacomo Barbelli e gli oggetti d'arte della collezione che, uniti alla statua del Nettuno e ai giardini, fanno da preludio alla bellezza di un luogo ancora da scoprire.
Un'occasione unica per scoprire la storia di Palazzo Moroni, visitare le sale secentesche del piano nobile e il maestoso Giardino - il più grande di Bergamo Alta -, fra i terrazzamenti formali di impianto seicentesco e la vasta ortaglia, che costituisce ancora oggi un angolo di campagna intatta, in uno dei centri storici più belli d'Italia. Una visita agli esterni, allo scalone d'onore e alle quattro sale interne del Palazzo, alla scoperta della ricca quadreria, dei maestosi affreschi di Gian Giacomo Barbelli e dei preziosi oggetti d'arte della collezione.
VISITA GUIDATA AI GIARDINI
Un'occasione unica per scoprire la storia del maestoso giardino di Palazzo Moroni, il più grande di Bergamo Alta. Una speciale visita guidata passeggiando tra i terrazzamenti formali di impianto seicentesco e proseguendo nella vasta ortaglia, annessa nel corso dell'Ottocento e ancora oggi un angolo di campagna intatto in uno dei centri storici più belli d'Italia. Un percorso tra storia e botanica, per scoprire passato, presente e futuro dell'ultimo arrivato tra i Beni del FAI.
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VISITA GUIDATA A PALAZZO E GIARDINI
Un'occasione unica per scoprire la storia di Palazzo Moroni, visitare il piano nobile e il maestoso Giardino, il più grande parco privato di Bergamo Alta. Dal cortile di Nettuno, passando per lo scalone d'onore, dei maestosi affreschi di Gian Giacomo Barbelli, della quadreria e della collezione d'oggetti d'arte, custoditi nelle nove sale del piano nobile del palazzo, recentemente restaurate. Fra i terrazzamenti formali di impianto seicentesco e la vasta ortaglia, si potrà godere di un angolo di campagna intatta, in uno dei centri storici più belli d'Italia.
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MORONI E DINTORNI. LUNGO VIA PORTA DIPINTA
Uno speciale itinerario nei dintorni di Palazzo Moroni, proposto in collaborazione con l'Associazione Culturale Guide Turistiche Città di Bergamo, alla scoperta di via Porta Dipinta, una delle più importanti e storiche strade di accesso alla Città Alta. Prima tappa, al civico 45: la chiesa di San Michele al Pozzo Bianco, gioiello longobardo che conserva, tra l'altro, un importante ciclo di affreschi con Scene della Vita di Maria dipinto nel 1525 dal pittore veneziano Lorenzo Lotto, a lungo attivo a Bergamo. Seconda tappa, la chiesa di Sant'Andrea che conserva varie pale d'altare, tra cui la Madonna in trono e santi di Moretto, pittore bresciano che si forma sulla pittura di Tiziano e in seguito sviluppa uno stile personale inconfondibile. L'itinerario si chiude a Palazzo Moroni dove, dopo avere ammirato il Cortile di Nettuno e lo Scalone d'Onore, i visitatori potranno scoprire i dipinti, gli oggetti d'arte conservati nelle sale del palazzo affrescate da Gian Giacomo Barbelli.
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Dal 1646 la famiglia Moroni possiede e abita questo palazzo eccezionalmente conservato nell’impianto originario: dagli interni al piano nobile ai giardini, estesi ai piedi della Rocca civica, tra terrazzamenti panoramici e un’area agricola – l’ortaglia – di circa due ettari.
Dalla corte d’ingresso, lo Scalone monumentale conduce al piano nobile: dietro a queste porte si trovano sale e saloni affrescati e arredati tra Sei e Ottocento. Qui è conservata anche la Collezione Moroni: una raccolta ampia e varia, tra cui spiccano i celebri ritratti di Gian Gerolamo Grumelli (Il Cavaliere in Rosa) e di Isotta Brembati del pittore di Albino Giovanni Battista Moroni.
Fin dal Seicento, il palazzo si affaccia su un complesso di giardini all’italiana: sono giardini formali pensili, articolati in una balconata e tre terrazzamenti che si sviluppano a ridosso del Colle di Sant’Eufemia. Il terzo e più alto terrazzamento dà accesso al Pensatoio del conte, una torretta in stile neomedievale costruita nell’Ottocento sui resti di una più antica struttura già di pertinenza della Rocca civica, che cinge la cima del colle.
Oltre i giardini, si estende l’ortaglia, annessa alla proprietà nel corso dell’Ottocento grazie ai fratelli Pietro e Alessandro Moroni, studioso di agronomia. Qui si trovano ancora viti allevate su pergola, alberi da frutto e un roccolo, cioè un circolo di alberi di carpino, i cui rami intrecciati fungevano da reti per cacciare uccelli vivi a scopo alimentare e ludico. Non mancano gli alberi di gelso: uno dei simboli della famiglia, arricchitasi grazie all’allevamento del baco da seta che si nutre proprio delle foglie di questo albero.
Scoprire, nelle sale del piano nobile, mobili intarsiati, preziose ceramiche e vari oggetti d’arte, come le consoles settecentesche con piani a mosaico...
Ammirare uno dei capolavori della collezione di famiglia, custodito nella Sala dell’Età dell’Oro. Firmato e datato 1560, raffigura uno dei protagonisti...
Salire lo Scalone d'onore e osservare con stupore gli affreschi del cremasco Gian Giacomo Barbelli, presenti anche in altre quattro sale al piano nobile....
Vivere la campagna in uno dei centri storici più belli d’Italia, tra prati alti e terrazzamenti coltivati, alberi da frutto e architetture vegetali, come...
Passeggiare tra aiuole fiorite e alberi potati in forma secondo i principi dell’antica ars topiaria. Questi giardini – pensili e terrazzati – sono parte...
Per mantenerlo intatto e curarlo in modo adeguato, questo luogo - come tutti gli altri salvati dal FAI - necessita di un’attenta manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e periodici interventi di restauro. Inoltre, i costi di gestione che permettono l’apertura al pubblico sono significativi. Per questo abbiamo bisogno di un aiuto concreto da parte di chi, come noi, vuole mantenere vivi per sempre luoghi unici e speciali.
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