Dalla punta della piccola penisola boscosa di Lavedo, Villa del Balbianello si affaccia elegantemente sulle acque del lago di Como. Sin dal XIII secolo qui sorgeva un convento francescano, trasformato alla fine del Settecento dal cardinale milanese Angelo Maria Durini in un ritiro di delizia e di svago letterario: fu lui a commissionare la costruzione della luminosissima Loggia panoramica.
Nei secoli la Villa fu residenza di famiglie protagoniste del Risorgimento, come i Porro Lambertenghi e gli Arconati Visconti, fino ad arrivare alla filantropa e mecenate Marie Peyrat e successivamente al generale americano Butler Ames. Nel 1974 venne acquistata dall’imprenditore, collezionista ed esploratore Guido Monzino, che alla sua morte la donò al FAI (1988).
Monzino trasformò la dimora in un rifugio dove conservare con ordine e gusto i ricordi di una vita avventurosa che lo condusse, primo italiano, in cima all’Everest. La sua vita quotidiana e le fortunate gesta sono testimoniate dagli ambienti interni, che ospitano arredi francesi del Settecento, collezioni d’arte extraeuropea, raccolte di argenti e ceramiche, dipinti su vetro e arazzi di Beauvais. Nel sottotetto è allestito il Museo delle Spedizioni, con bandiere, foto, reperti etnografici e la più grande collezione di avori Inuit fuori dalla Groenlandia, oltre alla slitta usata per la spedizione al Polo Nord del 1971.
Per volontà del donatore, dal 1988 la Fondazione ha preso in carico la gestione della Villa, preservandone lo spirito che rivive anche nello stupefacente giardino: un tracciato che spazia tra ardite potature e scorci romantici, viali fiancheggiati da statue, terrazze panoramiche e fioriture.
La Loggia, cuore scenografico del complesso, accoglie la Sala della Musica e la Biblioteca, dove si conserva il fondo librario alpinistico e geografico di Monzino. La bellezza e la meraviglia di questo luogo, cui si...
La maestria nell’arte topiaria dei giardinieri della Villa, che si esprime in ardite potature come quella 'a ombrello' del grande leccio, realizzata con...
Il brivido delle imprese alpinistiche di Guido Monzino, raccontate attraverso gli affascinanti cimeli del piccolo museo da lui voluto e allestito nella...
La monumentale struttura ad archi, inverdita da uno stupefacente Ficus Repens e decorata con una rosa dei venti intarsiata nel pavimento per orientare...
Per mantenerlo intatto e curarlo in modo adeguato, questo luogo - come tutti gli altri salvati dal FAI - necessita di un’attenta manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e periodici interventi di restauro. Inoltre, i costi di gestione che permettono l’apertura al pubblico sono significativi. Per questo abbiamo bisogno di un aiuto concreto da parte di chi, come noi, vuole mantenere vivi per sempre luoghi unici e speciali.
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