24 novembre 2025
Care cittadine e cari cittadini del lago di Como,
io non posso credere che nel profondo del vostro animo non siate preoccupati nel pensare a quale futuro vadano incontro il vostro lago, i vostri paesi e le vostre comunità, sempre più assediati – se non addirittura soffocati, come è già successo per esempio a Capri o ai borghi delle Cinque Terre – da masse incontrollabili di turisti di ogni tipo, provenienza, tasca, cultura, educazione, necessità... Già due volte nel 2024, da queste pagine e da quelle del quotidiano “La Provincia”, vi ho espresso forti perplessità sul modello di sviluppo che si è lentamente e quasi in silenzio impadronito del vostro territorio e vorrei oggi ribadirvi quanto a mio avviso esso possa essere pericoloso per voi e per i vostri figli e nipoti; oltreché, naturalmente, per l'anima stessa dei vostri luoghi non meno che per il loro «corpo» magnifico e fragile.
Andrea Galli mi ha da poco preceduto sul “Corriere” con una serie di articoli documentati e implacabili che ho letto con crescente allarme e io vi suggerisco di leggerli o rileggerli radunandovi magari con i vostri familiari o con gli amici nelle vostre case o in qualche sala dei vostri paesi, magari anche col sindaco, per riflettere sul domani del lago e domandarvi se, di questo passo, non rischiate di finire... come Re Mida. Come ognun sa quel disgraziato monarca, stordito dal luccichìo dell’oro, finì col morire di fame; fu vittima di sé stesso il povero Re Mida e del suo apparentemente invidiabile potere di tramutare in oro tutto ciò che toccava. Ma tra voi e quel re c’è una differenza: le vostre rive, infatti, le vostre case, i vostri paesi, i vostri specchi d’acqua, le vostre ville storiche, gli spazi vitali... la vostra stessa aria che da sempre suscitano l’ammirazione del mondo intero hanno negli ultimi anni assai ingolosito anche tanti, tantissimi investitori (chiamiamoli così...) sia italiani che non, che hanno visto in quei vostri tesori tante belle potenziali pepite per le loro tasche molto spesso straniere. I casi non si contano e i prossimi sembrano proprio essere il nuovo super hotel progettato tra Torno e la Pliniana (sul quale già intervenni e che, seppur oggi ridotto quasi del 20 per cento, sottrae un altro significativo pezzo intatto di paesaggio lariano all’uso collettivo) e il più recente progetto di un fondo americano per un altro, ennesimo «resort» (che parola fastidiosa) anch’esso naturalmente di extra-lussissimo.
A fronte di tanti letti di lusso, con tutte le pretese a volte – diciamocelo! – quasi insopportabili che si portano dietro, cresce anche esponenzialmente il numero di letti per turisti meno esigenti: nel 2016 la provincia di Como contava 900 strutture ricettive (dall’albergo all’affittacamere) che nel 2025 sono salite a 8.750. Decuplicate in dieci anni! Ma siccome lo spazio è quello che è, il rovescio della medaglia si chiama spopolamento: le abitazioni esistenti vengono sempre meno utilizzate da voi residenti che con le vostre famiglie andate ad abitare altrove... dove i letti rendono meno. Il calo demografico è una triste realtà: non si trova più mano d’opera per molti servizi perché se n’è andata altrove e le scuole perdono studenti come d’autunno gli alberi le foglie. Nel 2024 dalle due classi di terza media di Torno se ne sono andati 42 ragazzi; in prima elementare se ne sono iscritti solo 17; a Nesso la prima media è stata soppressa perché se ne erano iscritti solo cinque.
Vi stanno recidendo le radici sotto al naso; ma un albero senza radici muore, come Re Mida a causa del troppo oro, anche se le tasche più capienti sono quelle di coloro ai quali del vostro lago non frega proprio nulla; ma se a voi come sono certo, sta a cuore, datemi retta: aprite gli occhi. Decidete voi se il futuro del lago di Como sarà una bella cartolina che faccia da sfondo a un lettino bordo piscina o ancora la vostra meravigliosa, amata e dolcissima casa.
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