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La Casa del Vaccarini si trova tra le vie Serravalle, Cola Pesce e Sorrentino, con il prospetto principale che si affaccia proprio su quest'ultima. Sebbene l'edificio appaia inizialmente sobrio, il suo aspetto nasconde dettagli architettonici estremamente raffinati. Il prospetto è definito alle estremità da due pilastri a bugne dal design essenziale, con alternanza di pietra arenaria bianca e pietra lavica nera. Interessante è il fatto che, sul lato interno, i pilastri siano raddoppiati, ma con un'inversione della sequenza di colori, creando un effetto visivo particolare e affascinante.
La Casa del Vaccarini presenta un portone centrale decorato con mostre in pietra bianca e nera, sovrastato da un balconcino. Ai lati, quattro finestrelle circolari, un dettaglio ripreso in molti edifici catanesi. Il prospetto è arricchito da quattro ampie finestre simmetriche. Sul lato della Via Serravalle, il pilastro destro si estende e si collega a una fascia che divide in rettangoli il prospetto ovest, terminando con un portichetto con un busto di Sant'Agata scolpito. Il prospetto è completato da finestrelle ad oblò al piano terra e finestre rettangolari al piano primo.
Il prospetto sud della Casa del Vaccarini, che si affaccia sulla Via Cola Pesce, si differenzia completamente dai precedenti, mostrando un'architettura più intima e originale. Qui, il Vaccarini progettò un portichetto che, secondo la tradizione, era il luogo dove l'architetto si ritirava nei giorni festivi per trovare tranquillità e contemplare in solitudine il paesaggio circostante. Se immaginiamo la casa nel contesto di allora, ci apparirà affacciata su un giardino che i padri conventuali di San Francesco di Paola avevano messo a disposizione dell'abate architetto. Più lontano, si intravedeva il mare, creando un'atmosfera di pace e isolamento che doveva essere molto suggestiva. Sopra il portico, al primo piano, si trova una terrazza con una caratteristica balaustra traforata, usata come parapetto. Il tetto poggia su un semplice coronamento in pietra calcarea, che si collega ai pilastri del prospetto e riquadra i campi di intonaco degli altri prospetti secondari. Questa composizione architettonica offre una perfetta armonia tra funzionalità e bellezza, unendo l' All'interno dell'abitazione, né il corpo scala, essenziale nella geometria, né la sequenza di stanze, di cui nessuna grandiosa, offrono al visitatore la stessa grazia messa dal Maestro nel disegnare i prospetti esterni.
I visitatori avranno l'opportunità di riscoprire un luogo normalmente chiuso, riaperto al pubblico dopo 10 anni di assenza. In occasione della visita, sarà possibile anche esplorare la mostra fotografica di Emanuela Minaldi, intitolata "Le ciminiere di Catania tra sviluppo urbanistico, storia, economia e cultura". Questa esposizione propone un percorso storico-visivo che intreccia l'architettura del Settecento con l'archeologia industriale, esplorando le vicende economiche, le trasformazioni architettoniche e urbanistiche dell'area. Il percorso si sviluppa attraverso immagini provenienti da archivi storici pubblici e privati, tavole, mappe catastali, rilievi topografici e progetti di riqualificazione. Il "viaggio" si conclude con una panoramica sul recupero dell'ex area industriale in un centro polifunzionale progettato dall'architetto Giacomo Leone. I materiali espositivi sono arricchiti da pannelli di approfondimento curati dai docenti universitari Teresa Graziano, Francesco Martinico e Rosario Mangiameli, offrendo un quadro complesso delle trasformazioni che hanno caratterizzato l'area nel corso dei decenni.
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