I Luoghi del Cuore
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BORGO INCROCIATI

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BORGO INCROCIATI
Un tempo posizionato oltre le mura, fuori da Porta Romana, si trova Borgo Incrociati, la cui formazione è legata alla presenza del monastero e della chiesa dei canonici regolari ospitalieri Cruciferi, da cui il nome dell’insediamento, circondato anticamente da un’aura di mistero e leggende su briganti e cospiratori (come del resto spesso accadeva per i luoghi che si trovavano fuori le mura). Il monastero, di cui abbiamo notizia fin dal XII secolo, si trovava sulla sponda occidentale del Bisagno, di fronte al Ponte di S.Agata. L’aumento della popolazione nel ‘700 fa sì che la chiesa diventi parrocchia autonoma; nel 1818, con la formazione di nuovi e più grandi comuni, il Borgo entra a far parte del Comune di S.Fruttuoso. Da allora ad oggi molto dell’antico borgo è andato perso con la costruzione della ferrovia, della relativa stazione Brignole, e di Corso Monte Grappa, ma una parte di esso è sopravvissuta intatta e si staglia compatta sullo sfondo regolare del circostante tessuto urbano moderno. Nei primi quarant’anni del secolo scorso Borgo Incrociati fu il borgo delle donne: sostavano fuori dai portoni, vestivano lunghi abiti neri con i capelli raccolti, vendevano frutta di stagione e in inverno profumatissime caldarroste (le famose “rustie”). All’interno degli appartamenti il matriarcato aggiustava le tomaie delle scarpe e si adoperava in lavori di cucito e di pellame. Gli uomini durante il giorno si vedevano poco, erano in citta’ a lavorare e uscivano la sera per bere nelle osterie. Si puo’ attraversare ancora oggi, all’altezza della fermata degli autobus, il celebre “landun”, un piccolo tunnel dove gli uomini ubriachi si nascondevano dalle mogli e terminavano le loro bevute. Gli anni 50/60 furono gli ultimi anni di splendore per il Borgo degli Incrociati. Lo storico bar Mangini divenne il punto di ritrovo per eccellenza degli sportivi genovesi, tifosi e calciatori. La domenica dopo le partite i calciatori di Genoa e Samp usavano fermarsi al bar per una bevuta e per discutere con i tifosi. Fu proprio in quel periodo che Marcello Lippi, ex ct della Nazionale e ai tempi libero della Sampdoria, conobbe la sua attuale moglie, che lavorava nella pescheria di famiglia a pochi passi dal bar.

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Un tempo posizionato oltre le mura, fuori da Porta Romana, si trova Borgo Incrociati, la cui formazione è legata alla presenza del monastero e della chiesa dei canonici regolari ospitalieri Cruciferi, da cui il nome dell’insediamento, circondato anticamente da un’aura di mistero e leggende su briganti e cospiratori (come del resto spesso accadeva per i luoghi che si trovavano fuori le mura). Il monastero, di cui abbiamo notizia fin dal XII secolo, si trovava sulla sponda occidentale del Bisagno, di fronte al Ponte di S.Agata. L’aumento della popolazione nel ‘700 fa sì che la chiesa diventi parrocchia autonoma; nel 1818, con la formazione di nuovi e più grandi comuni, il Borgo entra a far parte del Comune di S.Fruttuoso. Da allora ad oggi molto dell’antico borgo è andato perso con la costruzione della ferrovia, della relativa stazione Brignole, e di Corso Monte Grappa, ma una parte di esso è sopravvissuta intatta e si staglia compatta sullo sfondo regolare del circostante tessuto urbano moderno. Nei primi quarant’anni del secolo scorso Borgo Incrociati fu il borgo delle donne: sostavano fuori dai portoni, vestivano lunghi abiti neri con i capelli raccolti, vendevano frutta di stagione e in inverno profumatissime caldarroste (le famose “rustie”). All’interno degli appartamenti il matriarcato aggiustava le tomaie delle scarpe e si adoperava in lavori di cucito e di pellame. Gli uomini durante il giorno si vedevano poco, erano in citta’ a lavorare e uscivano la sera per bere nelle osterie. Si puo’ attraversare ancora oggi, all’altezza della fermata degli autobus, il celebre “landun”, un piccolo tunnel dove gli uomini ubriachi si nascondevano dalle mogli e terminavano le loro bevute. Gli anni 50/60 furono gli ultimi anni di splendore per il Borgo degli Incrociati. Lo storico bar Mangini divenne il punto di ritrovo per eccellenza degli sportivi genovesi, tifosi e calciatori. La domenica dopo le partite i calciatori di Genoa e Samp usavano fermarsi al bar per una bevuta e per discutere con i tifosi. Fu proprio in quel periodo che Marcello Lippi, ex ct della Nazionale e ai tempi libero della Sampdoria, conobbe la sua attuale moglie, che lavorava nella pescheria di famiglia a pochi passi dal bar.
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