I Luoghi del Cuore
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SANTUARIO DI SAN FIRMINO

SANTUARIO DI SAN FIRMINO

PERTUSIO, TORINO

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SANTUARIO DI SAN FIRMINO

Pertusio lega il suo nome al suo santuario. La storia del Santuario e la devozione al santo (protettore dei soldati) risalgono al 1525. Narra la tradizione che dopo la battaglia avvenuta presso Pavia nel 1525, ove gli spagnoli di Carlo V sconfissero i francesi di Francesco I, un ufficiale francese passò in Piemonte per far ritorno a casa sua. Giunto presso Pertusio cadde gravemente ammalato, ma per intercessione di San Firmino, vescovo di Amiens, molto venerato nel suo paese di origine, riacquistò la salute. Per riconoscenza fece allora erigere un sacro pilone (ancora conservato al presente) con l’immagine del santo, e ne diffuse la devozione. Alla fine del 1600 vi era già una piccola cappella, che fu ingrandita nel 1736, a spese della popolazione. Altri ampliamenti furono eseguiti nel 1819, 1824, 1856. Belle ed armoniose le due cupole, piene di slancio, ed originale tutta la struttura architettonica, impostata secondo i criteri tradizionali della scuola juvarriana. L’interno attuale presenta delicate decorazioni del Boasso e nella cupola principale figurano quattro medaglioni sulla vita del santo, del Siffredi. La facciata venne rifatta nel 1925 su disegno dell’architetto Gallo in stile classico monumentale. La statua marmorea di San Firmino che benedice il soldato è dello scultore Cerini. Il 2 luglio del 1893, per interessamento del salesiano don A.M. Rocca di Rivara, si ottenne direttamente da Amiens una reliquia di San Firmino. A rendere maggiormente popolare la venerazione verso San Firmino contribuirono parecchie guarigioni di ammalati, avvenute per intercessione del santo e delle “liberazioni” di indemoniati. La festa di San Firmino, che si svolgeva ad ottobre, attirava molta folla da tutto il canavese. Era la conclusione delle feste patronali che si erano svolte sul territorio altocanavesano durante l’estate, l’ultima festa prima dell’isolamento invernale per quanti abitavano i piccoli borghi della pianura e della montagna. Per il grande afflusso di fedeli le celebrazioni si prolungavano per le prime tre domeniche di ottobre

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Pertusio lega il suo nome al suo santuario. La storia del Santuario e la devozione al santo (protettore dei soldati) risalgono al 1525. Narra la tradizione che dopo la battaglia avvenuta presso Pavia nel 1525, ove gli spagnoli di Carlo V sconfissero i francesi di Francesco I, un ufficiale francese passò in Piemonte per far ritorno a casa sua. Giunto presso Pertusio cadde gravemente ammalato, ma per intercessione di San Firmino, vescovo di Amiens, molto venerato nel suo paese di origine, riacquistò la salute. Per riconoscenza fece allora erigere un sacro pilone (ancora conservato al presente) con l’immagine del santo, e ne diffuse la devozione. Alla fine del 1600 vi era già una piccola cappella, che fu ingrandita nel 1736, a spese della popolazione. Altri ampliamenti furono eseguiti nel 1819, 1824, 1856. Belle ed armoniose le due cupole, piene di slancio, ed originale tutta la struttura architettonica, impostata secondo i criteri tradizionali della scuola juvarriana. L’interno attuale presenta delicate decorazioni del Boasso e nella cupola principale figurano quattro medaglioni sulla vita del santo, del Siffredi. La facciata venne rifatta nel 1925 su disegno dell’architetto Gallo in stile classico monumentale. La statua marmorea di San Firmino che benedice il soldato è dello scultore Cerini. Il 2 luglio del 1893, per interessamento del salesiano don A.M. Rocca di Rivara, si ottenne direttamente da Amiens una reliquia di San Firmino. A rendere maggiormente popolare la venerazione verso San Firmino contribuirono parecchie guarigioni di ammalati, avvenute per intercessione del santo e delle “liberazioni” di indemoniati. La festa di San Firmino, che si svolgeva ad ottobre, attirava molta folla da tutto il canavese. Era la conclusione delle feste patronali che si erano svolte sul territorio altocanavesano durante l’estate, l’ultima festa prima dell’isolamento invernale per quanti abitavano i piccoli borghi della pianura e della montagna. Per il grande afflusso di fedeli le celebrazioni si prolungavano per le prime tre domeniche di ottobre

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