La curiosa denominazione può essere spiegata come una storpiatura di Via Secca o con un'antica tradizione orale: si racconta che un giorno, durante il periodo della vendemmia, una misteriosa signora passò dal santuario e chiese un grappolo d'uva al contadino. Questi gliela negò, e il giorno dopo tutto il vigneto seccò. Il racconto, come tutte le leggende, era finalizzato a trasmettere un insegnamento alla gente semplice del tempo: chi non dà con generosità, si ritrova con la propria vita inaridita; un messaggio sempre valido e attuale.
La piccola chiesa risale al XII secolo sorge al centro di un'area verde, costituita dal piazzale, da un ampio prato. La costruzione è in stile romanico; il presbiterio e l'altare maggiore sono di carattere barocco. Il campanile è sormontato da una cupola a forma di cipolla, come nelle chiese orientali.
Il santuario ha avuto una sua bella fioritura nel medioevo, quando accanto al Santuario cera anche una struttura per accogliere malati e pellegrini. L'affresco più celebre, ovvero la Dormizione di Maria (scuola di Altichiero e Avanzo), venerato in Santuario, risale al XIV secolo.
Dopo alterne vicende il santuario ha subito un periodo di progressivo abbandono, ma è stato recentemente riportato al suo splendore originale da una globale ristrutturazione ad opera della popolazione locale, costituitasi in Comitato per il Santuario, attivo ancora oggi.