In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Castelvecchio è una delle più importanti "castella" tra le dieci che compongono la c.d. "Svizzera Pesciatina" sulle cui origini non si hanno notizie certe. Le "castella" sono piccoli borghi disseminati nelle tre valli (Val di Torbola, Valleriana e Val di Forfora) a nord della città di Pescia, lungo una direttrice che parte da Pietrabuona ed arriva a Pontito (il borgo più alto). La loro struttura urbanistica si basa su due diverse tipologie: quella del castrum romano (mura distinte dagli edifici) oppure quella dei casseri (edifici perimetrali integrati in bastioni.
Castelvecchio presenta una contaminazione delle due tipologie, probabilmente perché oggetto di inteventi strutturali impegnativi nel tardo medioevo, quale polo ecclesiastico della Valleriana. Il caratteristico borgo medievale, ancora ben conservato, è immerso in un paesaggio che quasi niente ha perduto della sua fisionomia originaria. Oltre alla splendida posizione panoramica il borgo custodisce un piccolo gioiello collocato proprio nel centro del paese sotto la chiesa di S. Giovanni Battista si tratta dell'Oratorio del Santissimo Rosario un unico vano ad imitazione del Sepolcro di Gesù Cristo interamente decorato a buon fresco fiorentino di ignoto, databile intorno al XVI- XVII secolo.
L'interno è interamente ricoperto di affreschi che rappresentano le Storie della Vergine e di Cristo distribuite scena per scena in ogni singolo riquadro suddiviso da colonnine dipinte. Sul fondo è presente un altare con sopra l'immagine della Crocifissione. Sulla volta vi sono raffigurate, a partire dall'entrata verso l'altare, l'adorazione del calice, il Padre Eterno in gloria, La Madonna del Rosario con bambino e i Santi Francesco e Caterina. L'Oratorio fu progressivamente abbandonato fino ad essere utilizzato come stalla e come magazzino dalla stessa chiesa di San Giovanni. Fortunatamente è stato recentemente rivalutato e ripulito da alcuni abitanti del paese che hanno riportato alla luce i bellissimi affreschi. Successivamente l'intervento dei Beni Culturali e della Curia Vescovile ha potuto ridare alle immagini lo splendore di un tempo attraverso un lungo lavoro di restauro. In questo ambiente intimo e nascosto, il Giovedì Santo di ogni anno, giorno della memoria dell'Ultima Cena e della cattura di Gesù nell'orto degli ulivi, anticamente, venivano portate le Ostie consacrate che venivano conservate fino al giorno di Pasqua. Era il luogo di ritrovo dell'omonima Compagnia del SS. Rosario, che qui si riuniva per vegliare e pregare i morti, per le rituali veglie pasquali...
Durante le Giornate FAI di Primavera questo piccolo gioiello, di solito non visitabile, sarà appositamente aperto sia il sabato che la domenica per i visitatori che saranno accompagnati sia da narratori FAI che da "guide" locali che sveleranno il particolare rituale delle "vescie" che veniva allestito all'interno dell'Oratorio nel periodo pasquale. Senza dimenticare quanto anche i luoghi più lontani dalla città e meno conosciuti possano svelare ai visitatori più curiosi e attenti veri e propri tesori.
Volontari FAI, gruppo parrocchiale