In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Il Teatro Comunale si trova al centro di Crevalcore, comune di circa 13.000 abitanti dell'area metropolitana di Bologna, situato nella pianura tra le province di Bologna, Modena e Ferrara. L'edificio è inserito in una struttura urbana di pianta quadrata impostata su un documano della centuriazione romana che si è conservata quasi intatta anche dopo i grandi interventi edilizi del primo novecento che hanno riguardato, in particolare, la chiesa parrocchiale di San Silvestro. Il Teatro sorge a metà strada tra la stessa chiesa e Porta Bologna a est.

La storia del Teatro è legata in modo indissolubile alla Accademia degli Indifferenti Risoluti,una associazione culturale che risale al 1648. Nel 1673 i soci chiesero al comune di concedere uno spazio dove fare commedie e la prima struttura in legno fu realizzata dentro il Palazzo Comunale. Nel 1726 Giacomo Monari, su progetto del Bibiena, realizzò un altro piccolo teatro, attivo fino al 1866 quando si decise di costruire una nuova struttura autonoma e fuori dal palazzo comunale. Nel 1874 fu scelto il progetto dell'Ing. Antonio Giordani a cui collaboro' Gaetano Lodi, famoso decoratore di Casa Reale, e il nuovo teatro fu inaugurato nel settembre 1881 con il Trovatore di Verdi.

Il Teatro si presenta con cavea a ferro di cavallo e con plafond, palchi e foyer completamente decorati di motivi floreali in stile orientale, opera di Gaetano Lodi, crevalcorese, ornatista di casa Savoia. La facciata elegante ha un impianto classico;in basso è costituta da un portico a quattro archi separati da lesene con capitelli corinzi, chiuso da due pilastri decorati. Una cornice separa il portico dal primo piano dove si aprono quattro finestre con balaustra. Alla fine degli anni ‘50 fu avviata un'opera di risanamento dell'edificio che nel 1990 subì altri interventi di adeguamento alle nuove norme della sicurezza che si conclusero con la riapertura nel 2004. Il terremoto del 2012 ha causato ingenti danni alla struttura che, in questo momento, è sottoposto a interventi di ristrutturazione e restauro.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Avanziamo nella penombra attraverso il foyer e le scale sconnesse fino al primo ordine dei palchi. E restiamo nel silenzio. All'improvviso un canto:"chi del gitano i giorni abbella? la zingarella!"Cos'è?Chi sono? Sono gli zingari del Trovatore,l'opera che inauguro'nel 1881. Ascolta:"Donna non vidi mai".Chi è ancora? È la famosa "aria" di Manon! Ci affacciamo e ammiriamo il meraviglioso soffitto decorato da Gaetano Lodi che coi suoi dipinti al Quirinale incanto'anche la Regina Margherita. Ma nel palco vicino c'e gente: è carnevale, il veglione del martedì grasso e una misteriosa damina e un gentiluomo imparruccato, dietro le mascherine, fanno il gettito di coriandoli e cioccolatini sulla platea, dove l'orchestra accompagna il ballo con una mazurca. E ancora, senti lontano, è un dolce notturno di Chopin. Insomma chi siete? Nessuno risponde. Dal terribile terremoto del 2012 ci sono solo i fantasmi del passato che aspettano la riapertura. Ma ora manca poco e il FAI mostrerà l'avanzamento del restauro,i dipinti floreali,la straordinaria atmosfera della ricostruzione. E se saprete sognare con noi,vedrete Manon,la zingarella,le mascherine che si rincorrono nel foyer. Non potete mancare!

Testo scritto da Gruppo FAI Pieve di Cento

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