La contrada Khamma, sull’isola di Pantelleria, custodisce quella meraviglia della natura e dell’ingegno umano rappresentata dal giardino pantesco, le cui origini risalgono al 3.000 a.C., pensato sia per proteggere le piante dai forti venti che spirano in ogni stagione che per far fronte alla scarsità d’acqua che a volte può portare a 300 giorni ininterrotti di siccità.
Il Giardino, generosamente donato al FAI dall’azienda vinicola Donnafugata, è uno dei pochi ancora presenti sull’isola, in buono stato di conservazione e oggi completamente restaurato.
All’esterno, è delimitato da una struttura a pianta circolare, priva di copertura, con un diametro di 11 metri e un’altezza che in alcuni punti raggiunge i 4, con un'unica stretta apertura per accedervi e piccole aperture secondarie per consentire il passaggio di acqua piovana. All’interno, ecco apparire un piccolo miracolo: un’unica, straordinaria e secolare pianta di arancio “Portogallo” che occupa tutto lo spazio e che può vivere e dar frutti, ricchi di semi e di succo zuccherino, grazie a un antico e ingegnoso sistema agronomico autosufficiente tramandato fino a noi.
Il sistema utilizza, infatti, la condensa provocata dall’escursione termica fra giorno e notte e la porosità delle spesse mura in pietra lavica, inclinate verso l’interno per captare l’acqua direttamente dall’atmosfera; la pietra è inoltre impiegata nella costruzione di canali che raccolgono la pioggia. Il Giardino è un mirabile esempio dell’ingegno pantesco che, sulla scorta della tradizione tutta mediterranea del “giardino murato”, riesce a riprodurre condizioni microclimatiche capaci di soddisfare l’esigenza idrica anche in assenza di irrigazione.