I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
EREMO DI SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA

EREMO DI SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA

MONTE QUISQUINA, AGRIGENTO

POSTO

8,456

VOTI
Condividi
EREMO DI SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA

Coschin è una parola di origine berbera, vuol dire "oscurità", “luogo in ombra”. Forse è in questa parola la chiave per accedere al significato naturalistico e storico di uno dei più affascinanti organismi architettonici rurali della nostra Isola: l’Eremo della Quisquina. É un raro caso in cui il nome di un luogo, conferito in virtù di caratteristiche fisiche esteriori, coincida con il carattere interiore del luogo stesso, con la sua atmosfera, presentandosi oggi, al nostro tempo tecnologico e artificiale, con tutto il suo grande carico naturale di storia, di storie e di cultura e di mistero. A 4 km dal paese che prende il suo nome, sulla strada provinciale che conduce ad Agrigento, ci si immette in una stradina carrabile nel fitto delle conifere, su, fino al pianoro dominato dalla statua bronzea di santa Rosalia, opera dello scultore Lorenzo Reina, eretta su di un masso quasi a marcare un dominio simbolico sui luoghi. Alle sue spalle inizia la discesa in un tunnel di querce secolari che, per i viandanti d’altri tempi, costituiva, l’approdo naturale e accogliente, dopo ore o giorni di cammino, e ancora oggi, accorciando i tempi del nostro stupore, ma non l’intensità, quel sentiero ci conduce alla prima visione prospettica dell’eremo: il grande portale principale, povero e possente, i piani sovrapposti della torre campanaria e dei lunghi corpi degli ambienti monastici, della chiesa e degli altri ambienti compressi nello scorcio verso il bosco che già fanno intuire la struttura labirintica della fabbrica. Siamo ‘alla Quisquina’: così nel gergo corrente viene designato tutto l’insieme naturalistico-architettonico del sito. Non resta più nulla dell’antico e primitivo romitorio (che accolse il giovane Francesco Scassi da Albisola, primo tra gli eremiti) e della chiesetta originaria, edificata attorno al 1683, che furono il primo involucro architettonico della grotta: nel 1772 era già compiuta la riedificazione della nuova chiesa e del monastero, così come oggi li vediamo, grazie a donazioni e rendite assegnate da fedeli e soprattutto da Giuseppe Emanuele Ventimiglia principe di Belmonte signore di S.Stefano (schiatta di provenienza ligure radicatasi a Palermo) e con il fondamentale contributo d’ingegno dato dall’eremita Ignazio Traina, monaco e architetto, al quale si deve l’ideazione della chiesa e, probabilmente dell’intera fabbrica. Il tutto edificato sempre a tutela del nucleo mistico della grotta che, a sua volta, che reca l’epigrafe (e ancor oggi leggibile) graffita sulle pareti d’ingresso: - Ægo Rosalia Sinibaldi Quisquina Et Rosarum Domini Filia Amore Domini Mei Jesu Christi In Hoc Antro Abitare Decrevi. Da allora, da quel 1624 (anno di riscatto dalla peste), attorno a quell’epigrafe e a quella grotta si comincia a edificare il romitorio a più fasi, accrescendo il mito religioso di Santa Rosalia che nella tradizione popolare si manifesta ancora oggi con la Festa a Lei dedicata (prima domenica di giugno) che impegna per giorni tutta la comunità in un unico afflato a dar vita ad un intenso programma di eventi di festosa devozione. Attualmente questo luogo richiede urgenti interventi di sicurezza e manutenzioni straordinarie di tutela, salvaguardia e valorizzazione.

Gallery

Scheda completa al 100%
Arricchisci o modifica questa scheda

Esiste già una scheda per questo luogo?
Segnalaci se questa scheda è un duplicato.

I contenuti di questa scheda sono generati dagli utenti e non riflettono un giudizio del FAI sul luogo.
Il FAI non è responsabile dell’eventuale violazione di copyright delle immagini pubblicate.
Contenuti impropri e utilizzi non corretti delle immagini possono essere segnalati a: iluoghidelcuore@fondoambiente.it.
Questo luogo è stato votato anche nel:
Censimento 2022

569° Posto

26 Voti
Censimento 2020

198° Posto

2,299 Voti
Censimento 2018

3,058° Posto

27 Voti
Censimento 2016

1,321° Posto

45 Voti
Censimento 2014

3,866° Posto

6 Voti
Censimento 2012

1,241° Posto

10 Voti
Censimento 2004

1,388° Posto

1 Voti
Censimento 2003

1,865° Posto

1 Voti

Questo luogo è sostenuto da:

I LUOGHI DEL CUORE DI SANTO STEFANO QUISQUINA

Vota altri luoghi vicini

389°
259 voti

Teatro

TEATRO ANDROMEDA

SANTO STEFANO QUISQUINA, AGRIGENTO

567°
146 voti

Area naturale

BOSCO DELLA QUISQUINA

SANTO STEFANO QUISQUINA, AGRIGENTO

476°
192 voti

Chiesa

CHIESA MADRE

SANTO STEFANO QUISQUINA, AGRIGENTO

40°
2,500 voti

Giardino, parco urbano

VIALE DEI TIGLI E VILLA COMUNALE

SANTO STEFANO QUISQUINA, AGRIGENTO

Vota altri luoghi simili

146°
832 voti

Eremo

EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO

LEGGIUNO, VARESE

361°
288 voti

Eremo

EREMO DI SANT'ALBERTO DI BUTRIO

PONTE NIZZA, PAVIA

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati

EREMO DI SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA

MONTE QUISQUINA, AGRIGENTO

Condividi
EREMO DI SANTA ROSALIA ALLA QUISQUINA

Coschin è una parola di origine berbera, vuol dire "oscurità", “luogo in ombra”. Forse è in questa parola la chiave per accedere al significato naturalistico e storico di uno dei più affascinanti organismi architettonici rurali della nostra Isola: l’Eremo della Quisquina. É un raro caso in cui il nome di un luogo, conferito in virtù di caratteristiche fisiche esteriori, coincida con il carattere interiore del luogo stesso, con la sua atmosfera, presentandosi oggi, al nostro tempo tecnologico e artificiale, con tutto il suo grande carico naturale di storia, di storie e di cultura e di mistero. A 4 km dal paese che prende il suo nome, sulla strada provinciale che conduce ad Agrigento, ci si immette in una stradina carrabile nel fitto delle conifere, su, fino al pianoro dominato dalla statua bronzea di santa Rosalia, opera dello scultore Lorenzo Reina, eretta su di un masso quasi a marcare un dominio simbolico sui luoghi. Alle sue spalle inizia la discesa in un tunnel di querce secolari che, per i viandanti d’altri tempi, costituiva, l’approdo naturale e accogliente, dopo ore o giorni di cammino, e ancora oggi, accorciando i tempi del nostro stupore, ma non l’intensità, quel sentiero ci conduce alla prima visione prospettica dell’eremo: il grande portale principale, povero e possente, i piani sovrapposti della torre campanaria e dei lunghi corpi degli ambienti monastici, della chiesa e degli altri ambienti compressi nello scorcio verso il bosco che già fanno intuire la struttura labirintica della fabbrica. Siamo ‘alla Quisquina’: così nel gergo corrente viene designato tutto l’insieme naturalistico-architettonico del sito. Non resta più nulla dell’antico e primitivo romitorio (che accolse il giovane Francesco Scassi da Albisola, primo tra gli eremiti) e della chiesetta originaria, edificata attorno al 1683, che furono il primo involucro architettonico della grotta: nel 1772 era già compiuta la riedificazione della nuova chiesa e del monastero, così come oggi li vediamo, grazie a donazioni e rendite assegnate da fedeli e soprattutto da Giuseppe Emanuele Ventimiglia principe di Belmonte signore di S.Stefano (schiatta di provenienza ligure radicatasi a Palermo) e con il fondamentale contributo d’ingegno dato dall’eremita Ignazio Traina, monaco e architetto, al quale si deve l’ideazione della chiesa e, probabilmente dell’intera fabbrica. Il tutto edificato sempre a tutela del nucleo mistico della grotta che, a sua volta, che reca l’epigrafe (e ancor oggi leggibile) graffita sulle pareti d’ingresso: - Ægo Rosalia Sinibaldi Quisquina Et Rosarum Domini Filia Amore Domini Mei Jesu Christi In Hoc Antro Abitare Decrevi. Da allora, da quel 1624 (anno di riscatto dalla peste), attorno a quell’epigrafe e a quella grotta si comincia a edificare il romitorio a più fasi, accrescendo il mito religioso di Santa Rosalia che nella tradizione popolare si manifesta ancora oggi con la Festa a Lei dedicata (prima domenica di giugno) che impegna per giorni tutta la comunità in un unico afflato a dar vita ad un intenso programma di eventi di festosa devozione. Attualmente questo luogo richiede urgenti interventi di sicurezza e manutenzioni straordinarie di tutela, salvaguardia e valorizzazione.

Campagne in corso in questo luogo
Storico campagne in questo luogo
I Luoghi del Cuore
2003, 2004, 2012, 2014, 2016, 2018, 2020, 2022
Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te