La costruzione dell’eremo di San Miro al Monte fu iniziata il 6 Settembre 1643 e portata a termine nel 1660. Annesso alla chiesa vi era un piccolo convento che da subito ospitò un eremita; nel 1723 gli eremiti erano due, secondo quanto riporta nel suo “Compendio della vita del beato Miro” il padre somasco Giuseppe Maria Stampa. È probabile che i frati appartenessero al convento situato in paese a lato della chiesa di san Francesco, e che vivessero vicino all’eremo per assicurarne la funzione.
Si possono ancora notare, sul ripido pendìo posto sull’altro versante del torrente, alcuni muretti a secco che sorreggevano i terrazzamenti (giarditt di fraa) sui quali i frati coltivavano le verdure per il loro fabbisogno. I religiosi rimasero in loco fino alla fine del settecento, quindi, con la cessazione dell’attività del convento di san Francesco, abbandonarono il luogo di culto. Nei decenni successivi, con fatica e con pause molto lunghe, si provvide dapprima a mantenere, quindi a restaurare l’intero comparto, fino a giungere ai giorni nostri al restauro completo della chiesetta terminato nel 2005.
I locali annessi alla chiesa hanno mantenuto e valorizzato, soprattutto in questi ultimi anni, la loro vocazione ad ospitare coloro che, nell’ambito di gruppi organizzati, intendono dedicare qualche giorno alla preghiera e alla meditazione.
Il culto di san Miro è legato all’acqua e da secoli l’eremo è meta di pellegrinaggio, così come lo è la fonte, recentemente restaurata, dalla quale sgorga un’acqua a cui molti si affidano per mantenere il proprio benessere, se non per guarire da qualche malattia.
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