In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
A Verona, nel cuore del centro storico, in piazza Nogara, si cela uno degli esempi meglio conservati di edilizia privata romana dell'Italia settentrionale. La domus fu scoperta nel 1976, durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Carlo Scarpa, progettato dall'omonimo architetto che fu incaricato anche della musealizzazione del sito archeologico. La domus, posizionata nel limite meridionale della città romana, si affacciava su un cardo identificabile con l'attuale via San Cosimo.
La domus romana fu costruita verso la fine del I secolo a.C. e abitata, con successive modifiche e ristrutturazioni, per quasi seicento anni. L'edificio si trovava a sud della città romana, vicino alle mura, e grazie ai lavori di miglioramento portati avanti tra II e III secolo ci testimonia come in età severiana Verona stesse vivendo un periodo di benessere e ripresa economica. Nel dicembre dell'anno 589 un terribile incendio, ricordato anche da Paolo Diacono nell'Historia Langobardorum, distrusse gran parte di Verona e portò all'abbandono dell'abitazione nella quale sono ancora oggi visibili segni di combustione.
L'abitazione, con una superficie di circa 400 m2 su un solo piano, si sviluppava originariamente attorno ad un semplice cortile centrale. Il cortile fu poi ristrutturato con l'aggiunta di un portico su tre lati, un lastricato in pietra bianca e con l'installazione di impianti idraulici, tra cui due vasche e una fontana. Il portico era sostenuto da colonne in tufo locale con capitelli tuscanici. Della fontana rimane oggi visibile il fondo in marmo greco e gli impianti in bronzo. Le stanze erano dotate di una pavimentazione a mosaico con vari motivi frutto di una ristrutturazione del II-III secolo d.C. e di cui sono rimasti ampi lacerti. Nel lato orientale del cortile vi erano le stanze usate nei mesi invernali, con un ambiente con pavimento in mattoni dotato di un'apertura verso il portico per il carico del combustibile. Sul lato settentrionale si trovavano gli ambienti estivi; in particolare l'ambiente più a Nord, presentava pareti rivestite di marmo rosso di Verona oltre che pavimentazione a mosaico. La domus è oggi accessibile attraverso una passerella progettata da Carlo Scarpa che ha ideato anche la musealizzazione del sito archeologico.
Nel fine settimana delle Giornate FAI di Primavera sarà possibile, per coloro che sono iscritti al FAI, scoprire la storia della domus romana e le sue peculiarità in un percorso che metterà in risalto anche il progetto scarpiano.