Il complesso monastico, edificato verso la metà del '600, comprende tre settori: il cimitero sotterraneo, sostanzialmente integro; il convento, di cui resta soltanto un'ala; il Santuario della Madonna del Carmine. Il sepolcreto è composto di quattro camere coperte a volta, scavate nella pietra arenaria. Lungo le pareti di tre di questi ambienti sono collocati dei sedili con dei ganci sulla superficie verticale. I cadaveri venivano seduti e agganciati per le spalle. Nel centro del pavimento un pozzetto raccoglieva i liquidi provenienti dal disfacimento dei cadaveri. Il putridarium è un ambiente funerario provvisorio: terminato il processo di putrefazione dei corpi le ossa venivano raccolte, lavate e trasferite nella sepoltura definitiva dell'ossario. Questa pratica rappresenta un processo di tanatamorfosi per cui le carni in disfacimento liberavano le ossa, simbolo di purezza. S’intendeva, così, rappresentare visivamente i vari stadi della dolorosa purificazione affrontati dall'anima.