In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il borgo di Specchia si trova nell'entroterra del Basso Salento, a metà strada tra il mare Ionio e l'Adriatico. Fa parte del Club "I borghi più belli d'Italia" e nel 2013 ha ricevuto il riconoscimento come "Gioiello d'Italia". Sorge a 131 metri sul livello del mare, su una piccola altura ai piedi della Serra Magnone, coltivata a ulivi e organizzata in terrazzamenti su muretti a secco. La sua peculiare posizione geografica permetteva in passato un naturale riparo dalle scorrerie saracene.
I primi insediamenti contadini a Specchia risalgono al IX secolo; con la venuta dei Normanni inizia in Terra d'Otranto l'Età feudale e il borgo fa parte della Contea di Lecce. Come tutti i paesi del Salento appartiene a numerose famiglie, come gli Orsini Del Balzo a partire dal XIV secolo; essi la ricostruiscono dopo la distruzione avvenuta per mano degli Angiò a metà del Quattrocento. Il plebiscito del 21 ottobre 1860 segna la definitiva annessione di tutto il Regno di Napoli al Regno d'Italia.
La tradizione vuole che San Francesco di ritorno dall'Oriente, attratto dal profumo di arance, si ferma a Specchia e profetizza di edificare un suo convento. La chiesa a navata unica e l'annesso convento risalgono al XIV secolo, ma sonostati rinnovati a più riprese fino al Settecento. All'interno della chiesa spicca la cappella di Santa Caterina interamente affrescata nel 1532. È anche presente una cripta, oggi purtroppo inaccessibile, sorretta da una selva di 38 colonnine in pietra leccese.
Con l'apertura in Giornate di Primavera, il FAI vuol far conoscere questo gioiello del Salento, disabitato dal 1980. Questo è un luogo magico, che permette di immergersi nella storia passata e di immedesimarsi con tutti coloro che vi hanno vissuto, dai primi francescani alle orfanelle, ospitate tra queste mura dopo la Seconda Guerra Mondiale. Si parte dal Convento, con la visita al chiostro (normalmente non fruibile), che conserva sui pilastri interessanti iscrizioni legate forse ai templari; si sale poi per visitare gli ambienti del primo piano (le celle, i corridoi, il refettorio, le terrazze), e si entra da lì direttamente nella chiesa ormai spoglia di statue e arredi, ma comunque ricca di tracce gotiche, rinascimentali e barocche. Maggiore attenzione è dedicata all'altare maggiore e alle cappelle laterali, fino ad arrivare a una piccola cappella quasi nascosta, interamente affrescata, dedicata a Santa Caterina di Alessandria. È infine visitabile nei pressi del convento anche uno dei quattro frantoi ipogei di proprietà comunale.
Apprendisti ciceroni IISS "Salvemini", Alessano; Istituto Comprensivo Specchia
Inglese, Francese, Spagnolo