Costruita dai padri domenicani, la Chiesa di San Domenico è legata alla scelta del marchese Guglielmo VIII Paleologo di eleggere Casale a sede della corte monferrina e all’istituzione della diocesi casalese. Iniziata nel 1472 in stile gotico, e consacrata nel 1513, l’edificazione prosegue fino ai primi anni del Cinquecento quando, sulla facciata, si sovrappone un portale rinascimentale ad opera di maestranze lombarde. Tre navate, sorrette da pilastri che reggono volte a crociera, scandiscono lo spazio interno impreziosito da numerose opere di pregio come le acquasantiere cinquecentesche e l’affresco staccato della Madonna con Bambino tra i santi Domenico e Giovanni Battista di ambito spanzottiano. Molto alterato il settore absidale dall’intervento del 1745 di Francesco Ottavio Magnocavalli e relativa ridecorazione. All’ingresso importanti acquesantiere di cui quella di destra con medaglione raffigurante Maria di Serbia, forse di Matteo Sanmicheli. A destra si conserva anche il monumento funerario di Benvenuto San Giorgio sempre del Sanmicheli. Moltissime le opere d’arte, tra cui la pala d’altare di Guglielmo Caccia detto il “Moncalvo”, della “Esaltazione della Croce”; nel transetto il grande quadro di Guglielmo Crosio che rappresenta “La battaglia di Lepanto”, del 1626; quindici tele con “I misteri del Rosario”, realizzate all’inizio del Seicento da Giorgio Alberini, nonché le tele più preziose, quelle di Pietro Francesco Guala che realizza “La resurrezione di Felice Orsini” e “Il miracolo del libro”, collocate nel presbiterio. Notevole anche la sacrestia, sempre su progetto di Magnocavalli, con mobilio ligneo di grande pregio. A destra della chiesa si entra nel chiostro, di estremo rigore compositivo, con salone quattrocentesco sul fianco.