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CHIESA BEATA VERGINE MARIA IMMACOLATA " SANT'ANTONIO"

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CHIESA BEATA VERGINE MARIA IMMACOLATA " SANT'ANTONIO"
L'Ordine dei Frati Cappuccini si stabilisce a Monteleone, oggi Vibo Valentia, nel 1529, fondando il primo Convento e la Chiesa annessa sotto il titolo dell'Annunziata nel 1533, nella località ora detta "la Madonnella" Nel 1631 i Cappuccini abbandonano questo sito ed edificano il Convento e la Chiesa nella sede attuale, in largo S. Antonio, dedicando quest'ultima a Maria SS. Immacolata. Nel 1704 la Chiesa viene consacrata dal Vescovo di Mileto, Mons. Domenico Antonio Bernardini, con un'epigrafe posta nell'atrio; in seguito al terremoto del 1783 subisce diversi danni e i Frati Cappuccini abbandonano il Convento, che viene adibito ad Ospedale Civile. Con la soppressione napoleonica, Chiesa e Convento restano ai Cappuccini, che vi ritornano ai primi dell'Ottocento; una parte di tutto il complesso con i due cortili viene adibito a quartiere militare e carcere militare. Negli anni 60-80 vengono effettuati lavori interni di restauro, e nel 2000, in occasione del Giubileo, viene effettuato un radicale e poderoso restauro dei locali conventuali presenti in tutti e due i chiostri della monumentale costruzione. La facciata della chiesa è a due piani, con due ordini di paraste angolari su cui, all'altezza del timpano, si innalzano due pinnacoli. Il timpano ha vertice smussato e su di esso si imposta un semplicissimo campanile a vela ad un fornice, con volute laterali. A sinistra dell'asse della facciata c'è una singolare meridiana; sulla facciata, inoltre, si dispongono il fornice d'ingresso, una finestra, l'insegna dei Francescani. Da un ampio atrio si accede alla chiesa, che è a navata unica, con soffitto piano e cappelle laterali; essa termina in un coro quadrato coperto da una crociera semplice. Le pareti sono costituite da una serie di telai a fasce verticali e orizzontali, sulle quali si imposta una semplice trabeazione; in asse alle cappelle sottostanti si alternano finestre e specchiature. L'Altare maggiore ligneo è in stile barocco ed è stato intagliato nel 1650 probabilmente da Fra Diego da Monteleone o da suoi discepoli o da bottega monastica coeva; i pannelli sono decorati con motivi floreali a bassorilievo. La Pala dell'altare maggiore, olio su tela, raffigura Maria Immacolata con San Francesco d'Assisi e S. Antonio di Padova,- pregevole opera di scuola napoletana risalente al XVII sec., attribuita a Pacecco De Rosa (1607- 1656); un altro pregevole olio su tela è quello attribuito a Luca Giordano (1603- 1705), che rappresenta S. Anna, la Vergine Maria e San Felice da Cantalice. Il pulpito con baldacchino, posto su colonnine tortili, è anch'esso intagliato, probabilmente ad opera di botteghe locali del '600. Pregevole è, inoltre, una statua di legno di Sant'Antonio da Padova, scolpita a tutto tondo e a figura intera, dipinta al naturale, opera settecentesca di Ludovico Rubino. Nei due riquadri ai lati della porta d'ingresso ci sono affreschi con soggetti francescani, che riproducono, rispettivamente, l'immagine di Sant'Antonio da Padova col Bambino e San Francesco che riceve le stimmate; lateralmente tutta la parete è occupata dalla scena della morte di un Santo (San Francesco?) assistito da un sacerdote. In secondo piano si vedono un papa e un vescovo e ai lati di costoro alcuni frati. Non si conosce l'autore di questi affreschi, ma probabilmente risalgono all'epoca di consacrazione della chiesa. Gli altari laterali presenti sul lato destro sono uno ligneo, dedicato a S. Francesco d'Assisi e l'altro marmoreo, dedicato a S. Antonio di Padova. Sul lato sinistro si sviluppano due cappelle una dedicata alla Beata Vergine Maria di Lourdes e l'altra dedicata alla Riconciliazione con il Crocefisso centrale, la Vergine Addolorata e S. Padre Pio.

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L'Ordine dei Frati Cappuccini si stabilisce a Monteleone, oggi Vibo Valentia, nel 1529, fondando il primo Convento e la Chiesa annessa sotto il titolo dell'Annunziata nel 1533, nella località ora detta "la Madonnella" Nel 1631 i Cappuccini abbandonano questo sito ed edificano il Convento e la Chiesa nella sede attuale, in largo S. Antonio, dedicando quest'ultima a Maria SS. Immacolata. Nel 1704 la Chiesa viene consacrata dal Vescovo di Mileto, Mons. Domenico Antonio Bernardini, con un'epigrafe posta nell'atrio; in seguito al terremoto del 1783 subisce diversi danni e i Frati Cappuccini abbandonano il Convento, che viene adibito ad Ospedale Civile. Con la soppressione napoleonica, Chiesa e Convento restano ai Cappuccini, che vi ritornano ai primi dell'Ottocento; una parte di tutto il complesso con i due cortili viene adibito a quartiere militare e carcere militare. Negli anni 60-80 vengono effettuati lavori interni di restauro, e nel 2000, in occasione del Giubileo, viene effettuato un radicale e poderoso restauro dei locali conventuali presenti in tutti e due i chiostri della monumentale costruzione. La facciata della chiesa è a due piani, con due ordini di paraste angolari su cui, all'altezza del timpano, si innalzano due pinnacoli. Il timpano ha vertice smussato e su di esso si imposta un semplicissimo campanile a vela ad un fornice, con volute laterali. A sinistra dell'asse della facciata c'è una singolare meridiana; sulla facciata, inoltre, si dispongono il fornice d'ingresso, una finestra, l'insegna dei Francescani. Da un ampio atrio si accede alla chiesa, che è a navata unica, con soffitto piano e cappelle laterali; essa termina in un coro quadrato coperto da una crociera semplice. Le pareti sono costituite da una serie di telai a fasce verticali e orizzontali, sulle quali si imposta una semplice trabeazione; in asse alle cappelle sottostanti si alternano finestre e specchiature. L'Altare maggiore ligneo è in stile barocco ed è stato intagliato nel 1650 probabilmente da Fra Diego da Monteleone o da suoi discepoli o da bottega monastica coeva; i pannelli sono decorati con motivi floreali a bassorilievo. La Pala dell'altare maggiore, olio su tela, raffigura Maria Immacolata con San Francesco d'Assisi e S. Antonio di Padova,- pregevole opera di scuola napoletana risalente al XVII sec., attribuita a Pacecco De Rosa (1607- 1656); un altro pregevole olio su tela è quello attribuito a Luca Giordano (1603- 1705), che rappresenta S. Anna, la Vergine Maria e San Felice da Cantalice. Il pulpito con baldacchino, posto su colonnine tortili, è anch'esso intagliato, probabilmente ad opera di botteghe locali del '600. Pregevole è, inoltre, una statua di legno di Sant'Antonio da Padova, scolpita a tutto tondo e a figura intera, dipinta al naturale, opera settecentesca di Ludovico Rubino. Nei due riquadri ai lati della porta d'ingresso ci sono affreschi con soggetti francescani, che riproducono, rispettivamente, l'immagine di Sant'Antonio da Padova col Bambino e San Francesco che riceve le stimmate; lateralmente tutta la parete è occupata dalla scena della morte di un Santo (San Francesco?) assistito da un sacerdote. In secondo piano si vedono un papa e un vescovo e ai lati di costoro alcuni frati. Non si conosce l'autore di questi affreschi, ma probabilmente risalgono all'epoca di consacrazione della chiesa. Gli altari laterali presenti sul lato destro sono uno ligneo, dedicato a S. Francesco d'Assisi e l'altro marmoreo, dedicato a S. Antonio di Padova. Sul lato sinistro si sviluppano due cappelle una dedicata alla Beata Vergine Maria di Lourdes e l'altra dedicata alla Riconciliazione con il Crocefisso centrale, la Vergine Addolorata e S. Padre Pio.
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