Sorto probabilmente su precedenti fortilizi altomedievali e appartenuto alla Diocesi di Forlimpopoli, nel 1209 il Castello venne dato in dote dall'imperatore Ottone IV alla contessa Gualdrada, sposa di Guido Guerra III il Vecchio. Dal 1213 al 1228 costituì il principale edificio militare sottoposto alla vicina abbazia di Sant' Ellero - il più importante centro di potere ecclesiastico nella Val Bidente medievale - e tornò nelle mani di quest'ultimo a più riprese. Nel 1424 il castello fu conquistato da truppe viscontee per poi essere ripreso subito dopo dai fiorentini di Nicolò Piccinino. Nel 1495 lo conquistò Federico da Montefeltro per poi tornare di nuovo ai Fiorentini ed essere infine saccheggiato dalle truppe di Carlo di Borbone nel 1527, seguendo un veloce declino.
La collina del castello sovrasta la piana dove naque al tempo della Roma repubblicana il 'municipium' di Mevaniola, in un territorio popolato dal popolo italico degli Umbri. In assenza di regolari campagne di scavo non è dato sapere quali strutture ospitasse in quell'epoca.
La viabilità antica (differente dall'odierna SP3) di penetrazione verso la Toscana, appendice della Via Romea Germanica percorsa dai pellegrini diretti a Roma, era strettamente sorvegliata dal castello. La strada, infatti, passava direttamente all'inteno del castello ed era controllata dalle due porte a noi note della cinta muraria.
Stato di Conservazione:
Ruderi conservatisi in alzato: cinta muraria, ancora pienamente leggibile; porta Nord e corpo di guardia, inglobati ora in una più recente struttura colonica; Porta Sud - Est, con ampi restauri avvenuti negli anni '80 del secolo scorso; torrione semicircolare con cisterna, finestre e fuciliere. I restauri ed i consolidamenti moderni in calcestruzzo sono visibili nei piani inferiori del rudere. Su tutto troneggia il Mastio (o Maschio) a pianta quadrangolare il cui pianoro è disseminato di tracce degli edifici che occupavano il castello ( tra i quali una chiesa).