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CASTELLO DEGLI ORSINI

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RIVALTA DI TORINO, TORINO

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CASTELLO DEGLI ORSINI
L’aspetto attuale del Castello, pur mantenendo alcuni tratti tipicamente medievali, è il frutto delle molte trasformazioni subite dall’edificio nel corso della sua lunga vita: le prime testimonianze documentarie del “castrum” di Rivalta risalgono infatti al 1062, ed è probabile che in questa prima fase il complesso si articolasse intorno ad uno o più torrioni con funzione sia abitativa che difensiva, dislocati nei settori strategici dell’arroccamento castellare. Di pari passo con il consolidarsi del potere dei Signori di Rivalta, il complesso viene dotato di una possente cinta muraria e si arricchisce di nuovi edifici, testimoniando così la sua affermazione come centro amministrativo, sostenuto da un adeguato apparato residenziale. E’ con questa forma, assunta probabilmente tra XII e XIV secolo, che il castello si presenta oggi al visitatore, circondato da alte mura realizzate in ciottoli di fiume disposti a “spina di pesce” e difese da un ampio fossato. Un ponticello, non originale, consente l’attraversamento e immette nella torre che protegge l’ingresso principale. L’interno della corte mostra un’affascinante commistione tra gli elementi medievali autentici e quelle aggiunte, settecentesche prima e neogotiche poi, che hanno contribuito nel tempo a conferire all’insieme l’aspetto della villa di campagna: piccoli loggiati, finestre ad arco e la torre con bertesche aggettanti testimoniano della moda del tempo della costruzione del Borgo Medievale di Torino su progetto degli architetti Brayda e D’Andrade. Attraversando il giardino si arriva in prossimità del torrione rettangolare del XIII secolo costruito prevalentemente in ciottoli di fiume posati a “spina di pesce” secondo la tecnica costruttiva del tempo. Nella parte inferiore del torrione fu ricavata una elegante cappella, le cui pareti conservano tracce di affreschi del XIII secolo, purtroppo molto deteriorati, tra cui una crocefissione in posizione sovrastante il luogo dove sorgeva l’altare. Riattraversando il giardino, che ospita pregevoli essenze, tra cui una spettacolare magnolia, si raggiunge l’ala residenziale che oggi ospita la biblioteca comunale. L’insieme degli ambienti, che conservano in alcuni casi volte a cassettoni, testimonia dell’evoluzione della parte residenziale, che oggi conta tre piani fuori terra e un piano sotterraneo con ghiacciaia, avvenuta per aggregazione intorno al corpo della torre settentrionale la costruzione più antica oggi inglobata nella struttura. Il complesso si dispone intorno ad un cortiletto interno che, nonostante le tracce di innumerevoli rifacimenti e l’aggiunta di una scala esterna, conserva un fascino tipicamente medievale, rafforzato dalla presenza di un pozzo centrale con vera decorata da una scritta in caratteri gotici. Oltre a due dipinti in stile neogotico, raffiguranti S. Giorgio e S. Michele Arcangelo e ispirati a pitture presenti nel castello di Fénis (AO), il cortile conserva un’altra importante traccia del suo colto passato: una lapide dedicata a Honoré De Balzac ricorda il passaggio dello scrittore francese, che qui soggiornò nel 1836, ospite del conte Cesare Benevello, interessantissima figura di intellettuale e mecenate che acquistò il Castello dall’ultimo dei conti Orsini nel 1823. Il Benevello, legato all’aristocrazia e all’ambiente artistico torinese, ospitò anche Massimo d’Azeglio, che ricorderà Rivalta nelle lettere alla moglie, in alcuni quadri e nel suo libro “I miei ricordi”. Nella parte più moderna del castello si trova a cappella settecentesca, che ospitò, tra il 1724 e il 1730, le reliquie di S. Generoso. I proprietari del castello furono in origine i Signori di Rivalta divenuti Conti Orsini nel XVI secolo. Dal 1823 il castello cambiò diversi proprietari fino al 2006, anno in cui il Comune di Rivalta lo acquistò. Dopo un intervento di restauro degli edifici principali, dal dicembre 2017 ospita la biblioteca comunale.

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L’aspetto attuale del Castello, pur mantenendo alcuni tratti tipicamente medievali, è il frutto delle molte trasformazioni subite dall’edificio nel corso della sua lunga vita: le prime testimonianze documentarie del “castrum” di Rivalta risalgono infatti al 1062, ed è probabile che in questa prima fase il complesso si articolasse intorno ad uno o più torrioni con funzione sia abitativa che difensiva, dislocati nei settori strategici dell’arroccamento castellare. Di pari passo con il consolidarsi del potere dei Signori di Rivalta, il complesso viene dotato di una possente cinta muraria e si arricchisce di nuovi edifici, testimoniando così la sua affermazione come centro amministrativo, sostenuto da un adeguato apparato residenziale. E’ con questa forma, assunta probabilmente tra XII e XIV secolo, che il castello si presenta oggi al visitatore, circondato da alte mura realizzate in ciottoli di fiume disposti a “spina di pesce” e difese da un ampio fossato. Un ponticello, non originale, consente l’attraversamento e immette nella torre che protegge l’ingresso principale. L’interno della corte mostra un’affascinante commistione tra gli elementi medievali autentici e quelle aggiunte, settecentesche prima e neogotiche poi, che hanno contribuito nel tempo a conferire all’insieme l’aspetto della villa di campagna: piccoli loggiati, finestre ad arco e la torre con bertesche aggettanti testimoniano della moda del tempo della costruzione del Borgo Medievale di Torino su progetto degli architetti Brayda e D’Andrade. Attraversando il giardino si arriva in prossimità del torrione rettangolare del XIII secolo costruito prevalentemente in ciottoli di fiume posati a “spina di pesce” secondo la tecnica costruttiva del tempo. Nella parte inferiore del torrione fu ricavata una elegante cappella, le cui pareti conservano tracce di affreschi del XIII secolo, purtroppo molto deteriorati, tra cui una crocefissione in posizione sovrastante il luogo dove sorgeva l’altare. Riattraversando il giardino, che ospita pregevoli essenze, tra cui una spettacolare magnolia, si raggiunge l’ala residenziale che oggi ospita la biblioteca comunale. L’insieme degli ambienti, che conservano in alcuni casi volte a cassettoni, testimonia dell’evoluzione della parte residenziale, che oggi conta tre piani fuori terra e un piano sotterraneo con ghiacciaia, avvenuta per aggregazione intorno al corpo della torre settentrionale la costruzione più antica oggi inglobata nella struttura. Il complesso si dispone intorno ad un cortiletto interno che, nonostante le tracce di innumerevoli rifacimenti e l’aggiunta di una scala esterna, conserva un fascino tipicamente medievale, rafforzato dalla presenza di un pozzo centrale con vera decorata da una scritta in caratteri gotici. Oltre a due dipinti in stile neogotico, raffiguranti S. Giorgio e S. Michele Arcangelo e ispirati a pitture presenti nel castello di Fénis (AO), il cortile conserva un’altra importante traccia del suo colto passato: una lapide dedicata a Honoré De Balzac ricorda il passaggio dello scrittore francese, che qui soggiornò nel 1836, ospite del conte Cesare Benevello, interessantissima figura di intellettuale e mecenate che acquistò il Castello dall’ultimo dei conti Orsini nel 1823. Il Benevello, legato all’aristocrazia e all’ambiente artistico torinese, ospitò anche Massimo d’Azeglio, che ricorderà Rivalta nelle lettere alla moglie, in alcuni quadri e nel suo libro “I miei ricordi”. Nella parte più moderna del castello si trova a cappella settecentesca, che ospitò, tra il 1724 e il 1730, le reliquie di S. Generoso. I proprietari del castello furono in origine i Signori di Rivalta divenuti Conti Orsini nel XVI secolo. Dal 1823 il castello cambiò diversi proprietari fino al 2006, anno in cui il Comune di Rivalta lo acquistò. Dopo un intervento di restauro degli edifici principali, dal dicembre 2017 ospita la biblioteca comunale.
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