I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
CHIESA DEI SANTI VITTORE E CORONA

CHIESA DEI SANTI VITTORE E CORONA

RIVALTA DI TORINO, TORINO

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CHIESA DEI SANTI VITTORE E CORONA
La cappella dei Ss Vittore e Corona è menzionata per la prima volta nel 1047, quando Enrico III ne fece donazione ai canonici di S. Solutore di Torino. Nel corso del XII secolo, periodo al quale risale probabilmente l’attuale edificio, appartenne a S. Giusto di Susa. Dal XIII secolo venne infine a far parte dei possedimenti del Monastero di Rivalta, al quale fu sottoposta fino alla sua soppressione, avvenuta alla fine del XVIII secolo. Rivelano l’originaria struttura romanica, a navata unica, la decorazione ad archetti pensili in facciata e l’abside semicircolare, spartita da lesene. Pesanti rimaneggiamenti, avvenuti alla fine del XVII secolo, ne hanno tuttavia alterato l’impianto medievale: intorno al 1681 infatti vennero aggiunti il portico di ingresso, le due cappelle laterali simmetriche, il campanile e un imponente altare barocco, che limita l’accesso all’abside. Nel 1833 fu destinata a lazzaretto in seguito ad una epidemia di colera e le pareti interne ricoperte da uno spesso intonaco colorato. A tali interventi si deve la perdita di una parte dei preziosi affreschi quattrocenteschi che decoravano la navata, riportati alla luce nei restauri del 1998. Il ciclo di affreschi, testimonianza del culto dei Santi Vittore e Corona, diffuso soprattutto nel Monferrato e attestato a Rivalta anche dagli Statuti del 1247 è disposto su due registri, di cui si conservano quattordici riquadri, che si inseriscono per forza drammatica, in un contesto pittorico di scuola jaqueriana. Anche la decorazione dell’abside, che segue il modello romanico con la rappresentazione del Cristo “in mandorla” e dei simboli degli Evangelisti nel catino, nonché della teoria di Apostoli, contornata da fascia cosmatesca, nel cilindro, appare tributaria della medesima circolazione culturale.

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La cappella dei Ss Vittore e Corona è menzionata per la prima volta nel 1047, quando Enrico III ne fece donazione ai canonici di S. Solutore di Torino. Nel corso del XII secolo, periodo al quale risale probabilmente l’attuale edificio, appartenne a S. Giusto di Susa. Dal XIII secolo venne infine a far parte dei possedimenti del Monastero di Rivalta, al quale fu sottoposta fino alla sua soppressione, avvenuta alla fine del XVIII secolo. Rivelano l’originaria struttura romanica, a navata unica, la decorazione ad archetti pensili in facciata e l’abside semicircolare, spartita da lesene. Pesanti rimaneggiamenti, avvenuti alla fine del XVII secolo, ne hanno tuttavia alterato l’impianto medievale: intorno al 1681 infatti vennero aggiunti il portico di ingresso, le due cappelle laterali simmetriche, il campanile e un imponente altare barocco, che limita l’accesso all’abside. Nel 1833 fu destinata a lazzaretto in seguito ad una epidemia di colera e le pareti interne ricoperte da uno spesso intonaco colorato. A tali interventi si deve la perdita di una parte dei preziosi affreschi quattrocenteschi che decoravano la navata, riportati alla luce nei restauri del 1998. Il ciclo di affreschi, testimonianza del culto dei Santi Vittore e Corona, diffuso soprattutto nel Monferrato e attestato a Rivalta anche dagli Statuti del 1247 è disposto su due registri, di cui si conservano quattordici riquadri, che si inseriscono per forza drammatica, in un contesto pittorico di scuola jaqueriana. Anche la decorazione dell’abside, che segue il modello romanico con la rappresentazione del Cristo “in mandorla” e dei simboli degli Evangelisti nel catino, nonché della teoria di Apostoli, contornata da fascia cosmatesca, nel cilindro, appare tributaria della medesima circolazione culturale.
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