In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il castello, uno dei più antichi della città di Napoli, fu fondato secondo la tradizione dal re di Sicilia Guglielmo I il Malo (1120-1166), figlio di Ruggero il Normanno, e ultimato nel 1154, ma con ogni probabilità già in epoca greco-romana doveva esistere una struttura fortificata nei pressi della porta a quel tempo già detta "Capuana". Collocato extra moenia in un punto nevralgico di controllo delle comunicazioni con l'entroterra, Castel Capuano assolveva – essenzialmente – a ruolo di difesa, anche se intorno al 1220, Federico II di Svevia volle adattarlo a sua dimora, ampliandolo.
Furono, tuttavia, mantenute inalterate le originarie caratteristiche di fortezza. Con l'avvento degli Angioini, il castello fu ulteriormente ingrandito, tuttavia i nuovi sovrani non lo scelsero come loro unica dimora e avviarono nel 1279 la costruzione di Castel Nuovo. Castel Capuano, ormai non più sede reale, ospitò principi, alti dignitari, personaggi illustri – ad esempio Francesco Petrarca – e divenne luogo deputato a feste e celebrazioni importanti come il matrimonio di Carlo III di Durazzo. Il castello fu molto amato dalla regina Giovanna I d'Angiò che si circondò di una splendida corte e vi istituì un'Accademia detta Giuochi floreali. Con la dinastia aragonese, Castel Capuano perse definitivamente il suo carattere militare e continuò a essere esclusivamente luogo di fasti.
Nel 1537 il castello fu espropriato dal viceré spagnolo don Pedro de Toledo che affidò a Ferdinando Manlio i lavori di adattamento del castello a sede dei Tribunali, in cui furono riunite la Gran Corte della Vicaria, divisa in quattro ruote, due civili e due criminali; il Sacro Regio Consiglio che esaminava le principali cause civili del Regno ed in ultimo appello le sentenze civili e criminali; la Regia Camera della Sommaria, che aveva competenza finanziaria e fiscale; il Tribunale della Zecca, addetto all'emanazione del bollo delle unità di misura; il Tribunale della Bagliva, che trattava le cause dei danni di minor rilievo. I sotterranei del castello furono adibiti a prigioni. Tuttavia ancora oggi nel castello è possibile leggere l'evoluzione storico-artistica che lo ha visto protagonista nei secoli. Emblematica in tal senso è la Sala dei Busti che trae l'appellativo dalla presenza di una serie di sculture in marmo a mezzo busto, collocate lungo l'intero perimetro della sala, che celebrano i principali avvocati del foro napoletano. Dal Salone dei Busti si accede alla Cappella della Sommaria, che è uno dei pochi luoghi rimasti integri nell'edificio di estrema ricchezza decorativa.
Il percorso prevede il Salone ed il Saloncino dei Busti, la Cappella della Sommaria, i locali retrostanti il Saloncino di Busti e la sala al piano terra allestita dalla Soprintendenza che espone con suggestivi pannelli ed espositori la storia del Castello.
Narratori FAI Giovani Napoli e Apprendisti Ciceroni dell’Isis “Caruso”.
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