In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
L'area su cui sorge la tenuta fu bonificata a partire dalla fine del sec. XVIII con la cosiddetta "sistemazione per colmata", grazie alla quale sulla costa locale tra il XIX e l'inizio del XX secolo vennero edificate dimore di vacanza dal gusto liberty ancora perfettamente conservate. Prima che venisse realizzata la Statale si trattava di un'unica zona denominata Paludi; attualmente il nome è Contrada Paludi per distinguerla dal litorale. La Villa è immersa in una porzione del verde originariamente esistente, con un parco di oltre 2000 mq in parte bosco e in parte giardino all'italiana.
È documentata la sua appartenenza ai Paleotti fin dal 1532 e il trasferimento per via ereditaria ai Salvadori. Nel 1857 la casa colonica e il casino di caccia che compongono la tenuta "Cortina di Tenna" vengono migliorati per accogliere Luigi Salvadori e la sua famiglia. Vengono uniti, sopraelevati, realizzata una loggia e la veranda coperta del piano superiore. Affrescato il piano nobile con motivi floreali e mitologici. In una grande sala centrale si trovava la collezione ornitologica. Nel XIX sec. diviene la dimora di Gioconda, detta Joyce, terzogenita di Guglielmo Salvadori Paleotti e Giacinta Galletti de Cadilhac, nonché nipote per parte di madre di Margaret Collier la rivoluzionaria scrittrice inglese che visse a Torre San Patrizio (La nostra casa sull'Adriatico).
La tenuta nella sua forma attuale è frutto dei lavori di adattamento che l'hanno interessata a metà '800 con cui sono stati aggiunti ambienti. In queste stesse sale collegate tra loro secondo un gioco di corridoi e pareti a scomparsa - come in uso nelle grandi case coloniche che accoglievano proprietari, maestranze ed amici - durante la Seconda Guerra Mondiale la famiglia Salvadori vi fece rifugiare partigiani e soldati alleati in fuga dai nazifascisti. Dopo aver respirato ideali di profonda libertà nella sua famiglia di origine (il fratello Max fu un protagonista della Liberazione), Joyce proseguì la sua lotta nell'antifascismo e nella Resistenza a fianco di Emilio Lussu, più volte senatore e ministro, saggista, antifascista, lasciando nella storia del Paese un segno indelebile per il coraggio delle loro idee e del loro attivismo sociale e politico, e per aver riempito le migliori pagine della letteratura nazionale. La casa è un vero album del Novecento italiano. Alle pareti, la foto di Joyce Lussu che riceve la medaglia d'argento al valor militare, sugli scaffali i libri della sua famiglia e della nonna materna, i saggi di Emilio Lussu, scritti preparatori ma anche doni e piccoli oggetti di contorno raccolti nelle varie terre dove hanno vissuto e soprattutto in Sardegna.
La dimora è di proprietà dei discendenti di Joyce Lussu, e ha mantenuto intatto nel tempo tutto il suo fascino. Essendo privata, l'occasione di visitarla nella sua interezza è unica e irripetibile. Ad aggiungere eccezionalità all'apertura, le visite guidate che all'interno si svolgeranno dialogando con coloro che hanno avuto la fortuna di frequentare una casa animata da figure di primo piano nella storia moderna d'Italia e ne racconteranno vita e personalità. I visitatori potranno quasi tornare indietro nel tempo, poiché tutto è rimasto esattamente come nel momento in cui è stato vissuto: quotidiani, manoscritti, lampade, soprammobili, stoviglie. Apriremo le porte di una dimora di pregio architettonico e paesaggistico che ha conquistato nel corso dei secoli una vera e propria anima grazie allo spirito culturale dei suoi abitanti.
I visitatori all'interno della casa potranno ascoltare testimonianze del vissuto di Joyce ed Emilio Lussu e della loro famiglia |
Apprendisti Ciceroni Liceo Classico "A. Caro" - Liceo Scientifico "T. C. Onesti", Liceo Scientifico “Carlo Urbani” di Porto Sant’Elpidio"