Scopri il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo
Narrate, gente, la vostra terra: ascolta il racconto di Elisabetta Agostini
L'Abbazia di San Michele Arcangelo sorge al crocevia di tre punti di valico, sulle pendici dell’Appennino Umbro-Marchigiano. La sua costruzione fu commissionata dai monaci benedettini tra il IX-X secolo (le fonti documentarie la citano dall'anno 1218). Del complesso originario di imponenti dimensioni oggi vediamo la veste tardoromanica risalente al XII secolo,composta da chiesa, monastero e foresteria. La chiesa conserva la caratteristica facciata a doppio spiovente con piccolo rosone e l’impianto a tre navate; sono originarie parte della navata centrale, la navata destra sorretta da otto arcate, l'abside e la cripta. Vi è un campanile a vela e tra le numerose opere conservate vi sono alcuni frammenti scultorei nella cripta che fanno ipotizzare una origine nel VI sec. d.C.; affreschi di scuola umbra della fine del XV sec. raffiguranti una Madonna in trono che allatta il Bambino, un San Rocco e un San Giuliano; un pregevolissimo Crocifisso ligneo attribuito alla scuola del Brunelleschi, una lunetta di Raffaellino del Colle.
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IL BENE
L’Abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli di Borgo Pace (PU) - all’8° posto nella classifica nazionale del nono censimento “I Luoghi del Cuore” e al 1° posto della classifica regionale con 24.742 voti – si trova in un Comune che conta solo 600 abitanti e già votato da oltre 8.000 persone in occasione della precedente edizione del censimento. L’Abbazia si trova alle pendici dell’Appennino umbro-marchigiano, presso il crinale di confine tra Marche, Umbria e Toscana, in un’area selvaggia e incontaminata. I monaci benedettini la fecero costruire tra il IX e il X secolo, anche se oggi l’edificio appare nella più recente veste duecentesca. Di imponenti dimensioni, il complesso comprende il monastero, la foresteria e la chiesa, che conserva un ciclo di affreschi databile al XV secolo oltre a una piccola raccolta di arte sacra e manoscritti esposta nella cripta.
PROGETTO SOSTENUTO
L'intervento sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo - richiesto dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo in Lamoli- ha portato al rifacimento della copertura, indebolita da un'abbondante nevicata nel 2012: è stata realizzata la guaina impermeabilizzante e sono stati sostituiti i coppi a tutela delle opere d’arte e degli arredi sacri dell’abbazia. L'intervento ha inoltre previsto il rifacimento dell'impianto elettrico dell'Abbazia.
Il restauro dell’intero complesso monastico è stato completato grazie al contributo della CEI derivante dall’8 per mille, ottenuto dall’Arcidiocesi di Urbino, Urbania, Sant’Angelo in Vado.
LE PERSONE CHE HANNO RACCOLTO I VOTI
Far conoscere questo luogo, valorizzarlo e restaurarne il tetto è lo scopo che sin dal 2016 ha spinto il Comitato “per la valorizzazione dell’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo” a segnalare il bene al censimento del Fondo Ambiente Italiano. Da questa attivazione è poi scaturita una collaborazione virtuosa tra Comitato e FAI locale basata sulla condivisione della missione e degli obiettivi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano che anima entrambi i gruppi, che ha portato all’inserimento nella rete dei volontari della Fondazione di alcuni dei rappresentanti del Comitato per l’Abbazia.
CONTRIBUTO: 30.000 euro
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