Narrate, gente, la vostra terra: ascolta il racconto di Elisabetta Agostini
L'Abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli di Borgo Pace sorge al crocevia di tre punti di valico, sulle pendici dell’Appennino Umbro-Marchigiano, in un’area selvaggia e incontaminata. La sua costruzione fu commissionata dai monaci benedettini tra il IX-X secolo (le fonti documentarie la citano dall'anno 1218).
L’abbazia per secoli esercitò la giurisdizione su una serie di piccoli centri circostanti. Il 24 aprile 1443 Federico da Montefeltro, ricevuto il titolo comitale, ottenne il possesso del Vicariato e da quell'epoca in avanti la storia politica di Lamoli e dell'intera Massa Trabaria si confonde con le vicende della signoria di Urbino. Con la devoluzione dello Stato di Urbino alla Santa sede, a partire dal 1631, il territorio di Lamoli entrò a far parte della Legazione di Urbino restandovi sino all'unità d'Italia.
Del complesso originario di imponenti dimensioni oggi vediamo la veste tardoromanica risalente al XII secolo, composta da chiesa, monastero e foresteria. La chiesa conserva la caratteristica facciata a doppio spiovente con piccolo rosone e l’impianto a tre navate; sono originarie parte della navata centrale, la navata destra sorretta da otto arcate, l'abside e la cripta. Vi è un campanile a vela e tra le numerose opere conservate vi sono alcuni frammenti scultorei nella cripta che fanno ipotizzare una origine nel VI sec. d.C.; affreschi di scuola umbra della fine del XV sec. raffiguranti una Madonna in trono che allatta il Bambino, un San Rocco e un San Giuliano; un pregevolissimo Crocifisso ligneo attribuito alla scuola del Brunelleschi, una lunetta di Raffaellino del Colle.
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