ll “restauro” degli uliveti del FAI: pazienza, cura e bellezza

ll “restauro” degli uliveti del FAI: pazienza, cura e bellezza

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ll “restauro” degli uliveti del FAI: pazienza, cura e bellezza
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19 maggio 2025

Il FAI, oltre a numerosi giardini, parchi e boschi, annovera tra i propri Beni, numerosi uliveti, sparsi un po’ in tutta Italia e inseriti sempre in meravigliosi contesti paesaggistici. Alcuni sono già produttivi, altri presto lo diventeranno, grazie al lavoro di tutti, fatto con grande passione e divertimento.

Gli uliveti presenti nei Beni del FAI ci sono spesso pervenuti in condizioni di parziale o totale degrado e abbandono. Il nostro compito è stato quello di avviare un vero e proprio intervento di "restauro", con l’obiettivo di unire l’utile – la produzione di olio – al bello, prendendoci cura delle piante e integrandole armoniosamente nel paesaggio rurale storico anche dal punto di vista estetico.

In cosa consiste il nostro lavoro?

L’olivo è, tra tutti gli alberi, uno dei più pazienti e resistenti: tollera la siccità, il fuoco, l’incuria. Basta però prendersene cura perché torni a vivere in tutto il suo splendore e con la sua tipica vitalità.

Con il supporto dei giardinieri dei Beni in cui si trovano gli ulivi, dei volontari locali e di altri collaboratori provenienti da altri luoghi, iniziamo con un’importante operazione di potatura di riforma. Spesso gli alberi sono diventati troppo alti e con chiome eccessivamente fitte, causando seccume. Si procede quindi ad abbassare le piante con tagli mirati e a diradarne l’interno, favorendo così il passaggio della luce e dell’aria. Questo intervento può avvenire anche in due o tre volte, a distanza di un anno con l’altro, per evitare tagli troppo drastici che potrebbero compromettere la salute dell’albero.

Una volta riformati, gli ulivi vengono potati regolarmente ogni anno per mantenerne la forma e rimuovere i rami superflui.

Raggiunta una condizione ottimale dal punto di vista sia estetico che tecnico, si procede con la raccolta delle olive, non prima però di aver attuato interventi mirati per contrastare la Mosca olearia, tramite irrorazioni di caolino o trappole a feromoni, entrambi metodi ammessi in agricoltura biologica.

La raccolta, svolta con la collaborazione di giardinieri e volontari anche esterni, avviene utilizzando reti e abbacchiatori a batteria, non appena le olive iniziano a maturare, così da garantire la massima qualità dell’olio.

Raccolta delle olive alla Baia di Ieranto (NA)

Uliveti
uliveti

Anche la cura del terreno in cui crescono gli ulivi riveste un ruolo fondamentale. Dopo un’analisi chimica accurata, che ci indica di cosa necessitano le piante, spesso si sceglie di adottare la tecnica del sovescio: a novembre si seminano sotto gli alberi leguminose come favino, sulla e lupino, ricche di azoto. Dopo la fioritura – spettacolare – queste piante vengono falciate e lasciate decomporsi sul terreno, arricchendolo di preziosa sostanza organica.

Dove si trovano i nostri uliveti?

Nord

In Trentino, sui pendii del Castello di Avio; in Liguria, nei terrazzamenti di Podere Lovara a Punta Mesco e nelle aree del Monte di Portofino che circonda l’Abbazia di San Fruttuoso; in Lombardia, sul lago di Como nei pressi della Torre del Soccorso, detta del Barbarossa.

Gli ulivi di Podere Lovara (SP)

uliveti
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Centro e Sud

In Umbria, al Bosco di San Francesco, che si colloca nella cosiddetta “fascia olivata” fra Spoleto e Assisi; in Lazio, a Villa Caviciana sulle sponde del Lago di Bolsena; in Campania, alla Baia di Ieranto nella penisola sorrentina; in Sicilia, al Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi di Agrigento; In Puglia all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate nel Salento.

Alcuni sono già produttivi, altri presto lo diventeranno, grazie al lavoro di tutti, fatto con grande passione e divertimento.

Un particolare cenno merita l’oliveto del Terzo Paradiso in Umbria e quello di Santa Maria di Cerrate in Puglia.

Il primo è un’opera di land-art di Michelangelo Pistoletto ed è costituita da tre cerchi tangenti formati da doppi filari di più di cento ulivi, all’interno dei quali il visitatore può immergersi, passeggiando dentro alla natura.

Gli ulivi del Bosco di San Francesco (PG)

uliveti

Il secondo è un uliveto sperimentale realizzato in collaborazione con il CNR di per studiare il devastante fenomeno della Xylella.

Umberto Giolli, curatore uliveti del FAI

Piantumazione dell'uliveto sperimentale all'Abbazia di Santa Maria di Cerrate (LE)

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