La Torre del Soccorso si erge con la sua massiccia mole quadrangolare in pietra di Moltrasio, ben riconoscibile fra la vegetazione che ricopre il monte Gravona a ridosso dell’Isola Comacina. La costruzione domina il panorama del lago fin dalla sua edificazione, avvenuta fra il XII e il XIII secolo, come parte di un sistema fortificato più ampio, che comprendeva il castello dell’Isola Comacina e le strutture difensive di Sala, Lezzeno e Cavagnola. Nel XII secolo i comaschi, rivali degli abitanti dell’isola a quell’epoca alleati della città di Milano, colpirono a più riprese e resero inservibili le fortificazioni di questa zona. La Torre del Soccorso conobbe quindi per i successivi otto secoli un periodo di profonda decadenza e abbandono, terminato solo nel 1954 per iniziativa di Clemente Bernasconi, già direttore della Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia. Acquistata l’intera struttura, l’architetto promosse una campagna di scavi archeologici e si impegnò a restaurare la torre con l’idea di farla rivivere sistemandovi la residenza estiva della propria famiglia. Nel 2011, grazie a un legato testamentario, la figlia Rita ha voluto lasciare la torre al FAI. La costruzione costituisce pertanto il terzo Bene del FAI sul Lago di Como, insieme alle vicine Villa del Balbianello e la casa-barca Velarca.