I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
TORRE DELL’OROLOGIO-TORITTO

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TORITTO, BARI

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TORRE DELL’OROLOGIO-TORITTO
Vicinissima alla piazza centrale si erge la Torre dell’Orologio, con una porticina sulla via di Santa Maria, sul cui frontale è scolpito in rilievo l’anno di costruzione 1564. L’edificio svetta su alcuni palazzi di Corso Umberto e costituisce forse l'esempio di un tempo laico da affiancare al tempo scandito dalle campane della chiesa Madre che si trova molto vicina alla Torre. La Torre, in effetti, non è una torre nel senso stretto che diamo al termine, ma un parallelepipedo rettangolare di muraglia che si incastrava nelle mura medievali del borgo. Esternamente non vi è traccia d'intonaco mentre nella cavità interna era una scala in legno che permetteva di ascendere al piano su cui si è innestato il prolungamento rinascimentale, a base quadrata, che prende giusto la metà del rettangolo(lo si nota maggiormente dalla foto da cantone Pacione). A questo livello l'interno è scandito da arcate in tutti e quattro i lati presupponendo una loro ariosa apertura; purtroppo solo la facciata a sud, sovrastata dal quadrante, è architettonicamente rifinita e meriterebbe un'apertura. Negli anni '90 c'è stato un intervento pubblico sul monumento ma, come per la neviera, si è trattato solo di un frettoloso consolidamento e non di restauro, o ripristino, sia pure della sua effimera funzione di scandire il tempo. La data del 1564 non è indicativa della sua costruzione né del suo ingresso storico poiché da quella porta non si poteva accedere sino a quasi tutto il '600. Infatti chi vi entra può notare la grossolanità della parete che segna il corridoio, ricavata dalla volta a botte di una costruzione posteriore (sicuramente dell'800). Prima che la strada di Santa Maria, oggi Corso Umberto I°, venisse inglobata dall'inurbamento settecentesco essa era delimitata da un fosso che segnava tutto il perimetro del villaggio. Come Bari innalzò il suo laico campanile in piazza Mercantile così si fece in molti comuni della provincia; a cominciare da Modugno, Terlizzi ecc... e forse anche a Toritto, prima che vi arrivasse l'esosa e arrogante signoria dei La Tolfa Frangipane dopo i Pignatelli. Si cercò il posto nei luoghi che rappresentassero meglio quel briciolo di autonomia dal potere feudale e dove, a Toritto, se non a metà strada dai due poteri predominanti tra il maschio e la torre funebre di Don Nicola Mazzarella divenuta in seguito basamento del nuovo campanile? E' stato proprio un gioco del destino! Possiamo parlare di un sedile del popolo a Toritto? Non credo anche se nel relevio del1630, del tavolario Nicola Maione, si fa cenno ad un affitto, non corrisposto da anni al feudatario, per una camera riservata che servisse alle discussioni dell'università nella definizione della mezza semenza e delle centimole da versare al padrone nonché dei prezzi della produzione e del pane. Ritengo che la lapide sia stata traslata dal suo ingresso originario che doveva affacciare proprio in cantone Pacione. Salendo sul primo gradone della costruzione, infatti, vi è un'apertura (specie di finestra) che affaccia su di un antico vicolo ormai chiuso dalle costruzioni attuali. Sembra di tornare indietro nel tempo come in una stratificazione di Napoli o di Roma ma, più modestamente, è solo un briciolo di villaggio cinquecentesco. Cantone Pacione, come molte aree del centro storico, è stato stravolto dagli abbattimenti mussoliniani e ci appare oggi come una platea aperta; invece era segnato da edifici che disegnavano tanti vicoli paralleli. Certamente è da ricercare qui la "camera riservata" in cui si amministrarono le prime incombenze cittadine da parte dell'umile gente del nostro borgo. Sino a tutto il '600 non viene riportata nell'animario parrocchiale neanche una sola famiglia ricca borghese. Verranno solo nel settecento i D'Urso, gli Imbasciani, gli Ugenti, i Pugliese, i Loizzo e gli altri... ma sarà l'amministrazione francese che metterà ordine, che abolirà il giogo feudale e che distribuirà la terra a chi la lavorava per vivere anche se poi...

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Vicinissima alla piazza centrale si erge la Torre dell’Orologio, con una porticina sulla via di Santa Maria, sul cui frontale è scolpito in rilievo l’anno di costruzione 1564. L’edificio svetta su alcuni palazzi di Corso Umberto e costituisce forse l'esempio di un tempo laico da affiancare al tempo scandito dalle campane della chiesa Madre che si trova molto vicina alla Torre. La Torre, in effetti, non è una torre nel senso stretto che diamo al termine, ma un parallelepipedo rettangolare di muraglia che si incastrava nelle mura medievali del borgo. Esternamente non vi è traccia d'intonaco mentre nella cavità interna era una scala in legno che permetteva di ascendere al piano su cui si è innestato il prolungamento rinascimentale, a base quadrata, che prende giusto la metà del rettangolo(lo si nota maggiormente dalla foto da cantone Pacione). A questo livello l'interno è scandito da arcate in tutti e quattro i lati presupponendo una loro ariosa apertura; purtroppo solo la facciata a sud, sovrastata dal quadrante, è architettonicamente rifinita e meriterebbe un'apertura. Negli anni '90 c'è stato un intervento pubblico sul monumento ma, come per la neviera, si è trattato solo di un frettoloso consolidamento e non di restauro, o ripristino, sia pure della sua effimera funzione di scandire il tempo. La data del 1564 non è indicativa della sua costruzione né del suo ingresso storico poiché da quella porta non si poteva accedere sino a quasi tutto il '600. Infatti chi vi entra può notare la grossolanità della parete che segna il corridoio, ricavata dalla volta a botte di una costruzione posteriore (sicuramente dell'800). Prima che la strada di Santa Maria, oggi Corso Umberto I°, venisse inglobata dall'inurbamento settecentesco essa era delimitata da un fosso che segnava tutto il perimetro del villaggio. Come Bari innalzò il suo laico campanile in piazza Mercantile così si fece in molti comuni della provincia; a cominciare da Modugno, Terlizzi ecc... e forse anche a Toritto, prima che vi arrivasse l'esosa e arrogante signoria dei La Tolfa Frangipane dopo i Pignatelli. Si cercò il posto nei luoghi che rappresentassero meglio quel briciolo di autonomia dal potere feudale e dove, a Toritto, se non a metà strada dai due poteri predominanti tra il maschio e la torre funebre di Don Nicola Mazzarella divenuta in seguito basamento del nuovo campanile? E' stato proprio un gioco del destino! Possiamo parlare di un sedile del popolo a Toritto? Non credo anche se nel relevio del1630, del tavolario Nicola Maione, si fa cenno ad un affitto, non corrisposto da anni al feudatario, per una camera riservata che servisse alle discussioni dell'università nella definizione della mezza semenza e delle centimole da versare al padrone nonché dei prezzi della produzione e del pane. Ritengo che la lapide sia stata traslata dal suo ingresso originario che doveva affacciare proprio in cantone Pacione. Salendo sul primo gradone della costruzione, infatti, vi è un'apertura (specie di finestra) che affaccia su di un antico vicolo ormai chiuso dalle costruzioni attuali. Sembra di tornare indietro nel tempo come in una stratificazione di Napoli o di Roma ma, più modestamente, è solo un briciolo di villaggio cinquecentesco. Cantone Pacione, come molte aree del centro storico, è stato stravolto dagli abbattimenti mussoliniani e ci appare oggi come una platea aperta; invece era segnato da edifici che disegnavano tanti vicoli paralleli. Certamente è da ricercare qui la "camera riservata" in cui si amministrarono le prime incombenze cittadine da parte dell'umile gente del nostro borgo. Sino a tutto il '600 non viene riportata nell'animario parrocchiale neanche una sola famiglia ricca borghese. Verranno solo nel settecento i D'Urso, gli Imbasciani, gli Ugenti, i Pugliese, i Loizzo e gli altri... ma sarà l'amministrazione francese che metterà ordine, che abolirà il giogo feudale e che distribuirà la terra a chi la lavorava per vivere anche se poi...
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