I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
VIA DI MEZZO

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TORITTO, BARI

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VIA DI MEZZO
La strada di metà, o via di mezzo, mantiene ancora oggi la denominazione originaria segnata o citata dagli antichi documenti e mappe conservati nell'archivio pre-unitario del comune e in quello parrocchiale, salvatosi dal devastante incendio del 1807. Nella pianta, che congela lo sviluppo urbano al 1630, possiamo vedere come tale strada sia generata dalle tre grandi insule centrali che chiudono definitivamente l'inurbamento partito dalle mura normanno-sveve come i raggi di una ruota. Tutti gli altri varchi hanno dato origine ai cosiddetti "cantoni": cantone Pacione, della chiesa, del forno, della pace, Veronica ecc... ai quali si aggiungeranno i cantoni settecenteschi dei Loizzo , Simonetti, Don Cristoforo e altri. Le mura del villaggio presentavano due bastioni di difesa a nord-ovest e a nord-est dei quali il primo scomparve con l'apertura della strada che sbocca sul corso Umberto I° agli inizi del '900 mentre il secondo è rimasto solo nel disegno della pianta. Se analizziamo attentamente la seconda pianta in cui sono evidenziati gli abbattimenti operati in epoca mussoliniana, per un non meglio qualificato piano di risanamento, possiamo notare lo stravolgimento di tale strada che conservava il suo fascino proprio nella sua densità abitativa. Il pittoresco imbocco, dalla strada del Carmine, davanti al castello ne dà testimonianza. A sud era il poderoso maniero, rinforzato in epoca sveva, che difendeva il borgo e l'unica porta d'accesso era situata nel punto in cui le due cinte murarie e i relativi fossi si incontravano perché, per le inondazioni che colpivano il lato orientale, non fu mai aperta alcuna strada da quella parte. Anche se oggi è rimasta una piazzetta dovuta più all'abbattimento degli antichi mulini e della chiesetta del purgatorio, fatta erigere dopo il 1630 dal canonico Don Ferrante della Tolfa Frangipane fratello minore di Don Orazio: Dux Grumi e Turriti.

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