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Alla destra del portico gotico del Salone Dugentesco, sui via Galileo Ferraris, insiste una struttura imponente che faceva parte dell'intero complesso dell'ospedale Maggiore. Si tratta del palazzo progettato proprio dall'ing. Ettore Tartara tra il 1867 e il 1868.
Palazzo Tartara, costruito negli anni 1867-1868, era sede in origine dell'amministrazione ospedaliera. Il Palazzo oggi facente capo all'UPO (Università del Piemonte Orientale) è stato completamente ristrutturato e oggi ospita al piano terra i laboratori informatici mentre i piani superiori accolgono gli studi dei Docenti del Disum (Dipartimento Scienze Umanistiche) e alcuni laboratori. Nel cortile interno, perpendicolare a Palazzo Tartara, è presente la manica, nota come "Ospedaletto" risalente alla seconda metà del XIX secolo e adibita a reparto pediatrico, ora completamente ristrutturata. Qui si trovano alcune delle aule didattiche destinate alle lezioni dei corsi del Dipartimento.
La struttura imponente di Palazzo Tartara ha anche una facciata e un'entrata su piazza Roma che sino a metà del '900 immetteva agli ambulatori delle varie cliniche dell'Ospedale. La facciata del Palazzo risvolta anche per una piccola parte su viale Garibaldi. Pregevole il bassorilievo del timpano del frontone su piazza Roma, allegoria del confronto tra la scienza medica e le cure, così come i 26 medaglioni con i ritratti di famosi medici del mondo antico e moderno. Tutte sculture attribuite allo scultore ottocentesco Ercole Villa. Tra metà del '700 e la prima metà dell'800 sull'area poi occupata dal Palazzo insisteva un orto botanico che sopperiva alle esigenze dell'Ospedale.
Le GFP2024, sia il 23 che il 24 marzo, consentiranno ai visitatori di dare uno sguardo d'insieme molto approfondito all'imponente mole dei fabbricati che costituivano l'Ospedale Maggiore. Palazzo Tartara è uno di questi edifici cui si aggiungevano l'originario e primitivo Ospedale di Sant'Andrea, sorto nel 1224 e oggi conosciuto come Salone Dugentesco. Quest'ultimo, con l'assorbimento di altri quattordici ospedali minori cittadini, divenne Maggiore e si allargava anche all'edificio che accoglieva l'antica farmacia (sempre progettato nel 1864 su disegni dell'ing. Tartara) e all'edificio dell'ex chiesa di Santa Croce (fine XVI secolo). Gli edifici summenzionati insistevano sempre su via Galileo Ferraris, un tempo tagliata a metà (all'altezza dell'attuale via Simone di Collobiano) dal muro longobardo che nel VII secolo allargò la cerchia della cinta romana.
Volontari Delegazione FAI