Il Monastero delle Clarisse di Sezze ha una storia antichissima, la prima notizia della sua esistenza ci perviene dall’anno 1313. Nel 1556 abbiamo fonti che ci parlano della costruzione dell’attuale monastero, grazie alle donazioni della nobile famiglia Normisini. Nei suoi primi anni di vita, il monastero è molto prospero: grazie alle cospicue donazioni di famiglie del luogo ( Normisini, De Anibalis, Boffi, Pilorci). In alcuni periodi il monastero di Santa Chiara raggiunse anche una notevole autonomia economica. Il fabbricato consta di un complesso di case situate fra via Cavour e via Corradini. E’ a tre piani, con circa 100 vani e tre cortili interni. La chiesa è di forma circolare e conservava alcune tele del setino Giuseppe Turchi.
Nella chiesa del Monastero, frequentata anche dalla Ven.le Caterina Savelli, S.
Carlo da Sezze venne rapito in estasi mentre vi si intratteneva in preghiera.
Tra i Papi che hanno visitato il Monastero: SistoV, che aveva dimorato, come
semplice religioso, nel locale convento di S. Bartolomeo, e Benedetto XIII. Con la soppressione del 1870 le monache dovettero abbandonare il Monastero,
dove fu loro possibile tornare solo dopo alcuni anni per vivere la vita regolare.
Per secoli hanno avuto l’incarico di preparare le bambine del luogo alla prima
comunione, ammettendole addirittura dentro il Monastero. Questa consuetudine ha
avuto termine nel 1951, per decisione dell’allora Vescovo della città, Mon. Emilio
Pizzoni. Durante l’ultima guerra mondiale, le monache si sono prodigate per il bene
della popolazione, accogliendo i giovani costretti a nascondersi per sfuggire ai
continui rastrellamenti dei tedeschi. In passato hanno ben meritato agli occhi della popolazione anche perché l’acqua delle loro cisterne, quando il paese ne era completamente sprovvisto, è sempre stata a disposizione di tutti i bisognosi. Il monastero è un gigante addormentato: migliaia di metri quadri che hanno contribuito a fare la storia di Sezze.
Dall’esame dei diversi tipi di muratura che si rinvengono nell’edificio, possiamo affermare che vari nel tempo sono stati gli ampliamenti, sia in pianta che in
elevazione. I lasciti e le donazioni di aree perimetrali, confermano quanto sopra asserito.
Belli gli elementi decorativi della piccola Chiesa manierista che presenta internamente e in facciata, stucchi di buona fattura e fuori di ogni canone classico. Il luogo ove sorge il Monastero presenta, in facciata e internamente, resti murari sia preromanici, sia medievali, e su tali strutture si edificò la prima parte del complesso; in special modo la parte bassa su via Corradini, il vecchio ingresso su via Cavour e il chiostro. L’ala a mezzogiorno su via Cavour, e più precisamente il piano terra e il primo, a fasce cadenzate, evidenzia una buona fattura sia dal punto di vista costruttivo, sia per quanto riguarda i canoni architettonici contemporanei. La torre campanaria, oggi più alta rispetto alla chiesa, era originariamente più bassa e a fazzoletto. Essa è visibile attualmente nella sua interezza in quanto è stata incorporata in uno stanzone realizzato a ridosso della chiesa per chi guarda a sinistra lungo la via Corradini. Detto stanzone ha anche incorporato, ed è visibile, una parte del tamburo strombato della piccola chiesa. Allo stato attuale l’edificio si presenta in avanzato stato di degrado per la mancanza di interventi di manutenzione, non più effettuati .