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LA VALLE DEL TORRENTE ORBA

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OVADA, ALESSANDRIA

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LA VALLE DEL TORRENTE ORBA

La valle dell’Orba si snoda fra la Liguria e il Piemonte. Il torrente Orba è un corso d’acqua che nasce sul versante ovest del monte Reixa, non lontano dal passo del Faiallo, a circa mille metri di quota, in mezzo ad una faggeta. Dopo un percorso di 68 chilometri confluisce nella Bormida nei pressi di Alessandria. La prima parte del suo corso è ovviamente alquanto ripida, caratterizzata da diverse piccole cascatelle. L’ambiente che attraversa è piuttosto selvaggio, anche perché l’area è scarsamente popolata. Tra i suoi primi affluenti ricordiamo l’Orbarina e l’Acquabianca, mentre la prima località con presenza umana è Vara, una frazione di Urbe (provincia di Savona). Dopo aver toccato altre due località dello stesso comune (San Pietro d’Olba e Martina d’Olba), il torrente entra in provincia di Genova. Qui, nel territorio di Tiglieto, scorre in un tratto pianeggiante ove è situata l’antica abbazia di Santa Maria della Croce, risalente al XII secolo e primo insediamento cistercense in Italia, meglio nota con il semplice nome di “La Badia”. L’Orba quindi attraversa una serie di gole (siamo già in Piemonte, nel comune di Molare) toccando la frazione Olbicella, dove riceve l’omonimo affluente e poco dopo anche il piccolo rio Meri. Successivamente si allarga nel lago artificiale di Ortiglieto, ormai in gran parte interrato. Si tratta di un invaso di modeste dimensioni realizzato nel 1940, dopo che, cinque anni prima, era crollata una delle due dighe di uno specchio d’acqua molto più vasto, causando un’immane catastrofe. Infatti, nell’agosto 1935, a causa di piogge eccezionali, il grande lago realizzato da poco più di una decina di anni, tracimò erodendo una struttura situata sulla sella del bric Zerbino. L’enorme pressione sfondò letteralmente la montagna, tanto è vero che l’Orba cambiò il suo corso e una spaventosa massa d’acqua si riversò nella valle causando morte e distruzione. Crollarono diversi ponti (stradali e ferroviari) e perirono più di cento persone, la maggior parte delle quali residenti nel territorio di Ovada. Dopo il lago di Ortiglieto, l’Orba entra in una gola via via più stretta che, in un breve tratto, diventa un vero proprio canyon, la cui ampiezza si riduce in un punto fino a soli tre metri di larghezza o poco più. Dopo questo settore altamente spettacolare, il torrente giunge in un’area pianeggiante più ampia, nei pressi della frazione di Molare Madonna delle Rocche, dove riceve le acque del piccolo torrente Amione. Dopo aver lambito il centro di Molare, il percorso dell’Orba si fa progressivamente più tranquillo grazie a pendenze sempre meno marcate. Giunto ad Ovada, la sua portata diventa decisamente maggiore grazie all’apporto recato dal torrente Stura. Sempre su terreno sostanzialmente pianeggiante, il corso d’acqua procede quindi in direzione nord, raggiungendo Silvano d’Orba; qui si ha la confluenza con un altro tributario di una certa importanza, il Piota, che reca con sé anche le acque del torrente Gorzente. Successivamente l’Orba, ormai diventato più grande e più “tranquillo”, entra nel territorio di Capriata d’Orba, dove riceve le acque del piccolo rio Albedosa. L’ultimo tratto del corso, che è tutelato, grazie alla presenza di una riserva naturale speciale di 257 ettari, si sviluppa nel territorio comunale di Predosa, Bosco Marengo e Casal Cermelli. L’area protetta include anche una zona di nidificazione dell’airone cenerino, della nitticora, della garzetta e dell’airone guardabuoi. 

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La valle dell’Orba si snoda fra la Liguria e il Piemonte. Il torrente Orba è un corso d’acqua che nasce sul versante ovest del monte Reixa, non lontano dal passo del Faiallo, a circa mille metri di quota, in mezzo ad una faggeta. Dopo un percorso di 68 chilometri confluisce nella Bormida nei pressi di Alessandria. La prima parte del suo corso è ovviamente alquanto ripida, caratterizzata da diverse piccole cascatelle. L’ambiente che attraversa è piuttosto selvaggio, anche perché l’area è scarsamente popolata. Tra i suoi primi affluenti ricordiamo l’Orbarina e l’Acquabianca, mentre la prima località con presenza umana è Vara, una frazione di Urbe (provincia di Savona). Dopo aver toccato altre due località dello stesso comune (San Pietro d’Olba e Martina d’Olba), il torrente entra in provincia di Genova. Qui, nel territorio di Tiglieto, scorre in un tratto pianeggiante ove è situata l’antica abbazia di Santa Maria della Croce, risalente al XII secolo e primo insediamento cistercense in Italia, meglio nota con il semplice nome di “La Badia”. L’Orba quindi attraversa una serie di gole (siamo già in Piemonte, nel comune di Molare) toccando la frazione Olbicella, dove riceve l’omonimo affluente e poco dopo anche il piccolo rio Meri. Successivamente si allarga nel lago artificiale di Ortiglieto, ormai in gran parte interrato. Si tratta di un invaso di modeste dimensioni realizzato nel 1940, dopo che, cinque anni prima, era crollata una delle due dighe di uno specchio d’acqua molto più vasto, causando un’immane catastrofe. Infatti, nell’agosto 1935, a causa di piogge eccezionali, il grande lago realizzato da poco più di una decina di anni, tracimò erodendo una struttura situata sulla sella del bric Zerbino. L’enorme pressione sfondò letteralmente la montagna, tanto è vero che l’Orba cambiò il suo corso e una spaventosa massa d’acqua si riversò nella valle causando morte e distruzione. Crollarono diversi ponti (stradali e ferroviari) e perirono più di cento persone, la maggior parte delle quali residenti nel territorio di Ovada. Dopo il lago di Ortiglieto, l’Orba entra in una gola via via più stretta che, in un breve tratto, diventa un vero proprio canyon, la cui ampiezza si riduce in un punto fino a soli tre metri di larghezza o poco più. Dopo questo settore altamente spettacolare, il torrente giunge in un’area pianeggiante più ampia, nei pressi della frazione di Molare Madonna delle Rocche, dove riceve le acque del piccolo torrente Amione. Dopo aver lambito il centro di Molare, il percorso dell’Orba si fa progressivamente più tranquillo grazie a pendenze sempre meno marcate. Giunto ad Ovada, la sua portata diventa decisamente maggiore grazie all’apporto recato dal torrente Stura. Sempre su terreno sostanzialmente pianeggiante, il corso d’acqua procede quindi in direzione nord, raggiungendo Silvano d’Orba; qui si ha la confluenza con un altro tributario di una certa importanza, il Piota, che reca con sé anche le acque del torrente Gorzente. Successivamente l’Orba, ormai diventato più grande e più “tranquillo”, entra nel territorio di Capriata d’Orba, dove riceve le acque del piccolo rio Albedosa. L’ultimo tratto del corso, che è tutelato, grazie alla presenza di una riserva naturale speciale di 257 ettari, si sviluppa nel territorio comunale di Predosa, Bosco Marengo e Casal Cermelli. L’area protetta include anche una zona di nidificazione dell’airone cenerino, della nitticora, della garzetta e dell’airone guardabuoi. 

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