In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Il paese è situato su un colle tra i fiumi Trigno e Biferno, a una trentina di chilometri dal mare Adriatico. Fino alla metà del ‘400 la zona faceva parte dei possedimenti dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (divenuto poi Ordine di Malta) e successivamente fu meta di varie migrazioni di popolazioni slave. La comunità slava nei secoli ha mantenuto le proprie tradizioni e il proprio idioma, tanto che ancora oggi si parla un dialetto della lingua croata, risalente al 1400.
Testimonianze del primitivo borgo si hanno dal XIII secolo, composto da due casali di "Acquaviva" e "Collecroce". Nel XVI secolo le popolazioni croate diedero nuovamente vitalità al borgo, il cui centro di Collecroce era stato abbandonato. Il governo appartenne all'Ordine di Malta fino al 1785, in seguito fu ceduto alla famiglia marchionale dei Siliberto Neri. Nel 1809 il territorio fu assoggettato al Contado di Salerno, e poi nel Distretto di Larino. Dopo aver raggiunto nel 1911 oltre 2.000 abitanti, Acquaviva ha iniziato a vedere un lento spopolamento del borgo per l'emigrazione.
La Chiesa di Santa Maria Esther riflette il legame profondo tra la comunità locale e il proprio luogo di culto. La sua ricostruzione nel 1715 grazie al sostegno dell'Ordine di Malta è un esempio tangibile di come la devozione e l'impegno della popolazione abbiano contribuito a preservare un importante patrimonio storico e religioso. Gli elementi artistici e architettonici all'interno della chiesa, come l'altare maggiore e la cassa d'organo di produzione napoletana, testimoniano l'importanza della chiesa non solo come luogo di culto, ma anche come centro di espressione artistica e culturale per la comunità. Il Palazzo Ducale Cantelmo, sebbene oggi sia ridotto in rovina, rappresenta un altro importante pezzo di storia locale, evidenziando il passato glorioso della famiglia Cantelmo e la sua influenza nella regione. L'itinerario permetterà di scoprire anche la tragica storia di Nicola Maria Neri, medico e scrittore originario di Acquaviva (martire per la libertà della repubblica partenopea), e il Quadrato Magico, un'opera affascinante che intriga per la sua simmetria e il suo palindromo unico. La capacità di leggerlo in quattro direzioni diverse aggiunge un elemento di mistero e complessità al suo significato.
Durante le Giornate FAI il visitatore avrà l'opportunità di scoperire le tradizioni e la cultura delle popolazioni croate che si stabilirono in questa zona nel XV secolo. Incontrare comunità che ancora parlano il dialetto croato-molisano e che mantengono vivi i costumi, le feste e le pratiche religiose tradizionali. La valle è inoltre caratterizzata da paesaggi mozzafiato, con colline verdi, vigneti, uliveti e boschi rigogliosi. Infine scoprire piccoli borghi medievali ben conservati, con stretti vicoli lastricati, antiche chiese e piazze pittoresche. Ogni borgo ha la propria storia e il proprio fascino unico da scoprire, offrendo un viaggio nel tempo attraverso le sue strade.
Sportello linguistico Croato, Associazione culturale Nas Zivot, Associazione Culturale Jedna Musika e Volontari FAI.
Croato -Na-našu/Na-našo