In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
L'origine di Jelsi sembrerebbe legata all'insediamento di popolazioni bulgare in epoca longobarda e il suo nome deriverebbe da Tybicza, in ricordo di una città posta alla confluenza tra il fiume Tibisco e il Danubio. L'abitato più antico presenta ancora tratti della cinta muraria, con strade e vicoli che circondano una piazza sulla quale affacciano: la Chiesa Madre, Palazzo Carafa e la cappella della S.S. Annunziata. Il paese è famoso anche per la festa del grano, la cui celebrazione si ripete da oltre 200 anni in onore di Sant'Anna, per la sua protezione in occasione del terremoto del 1805.
Superato l'arco, un tempo porta di accesso al borgo fortificato, si arriva sulla piazza denominata Largo Chiesa Madre per la presenza dell'omonima chiesa dedicata a S. Andrea Apostolo il cui primo impianto risale al secolo XI. Il portale d'ingresso porta la data 1705, ma il portale originario era romanico con colonnine tortili sugli stipiti e sull'arco a tutto sesto, mentre i capitelli erano ornati con palmette stilizzate. Come per gli altri edifici storici che si affacciano sulla piazza oggi mostra le tracce e gli stili architettonici dei rifacimenti in seguito agli eventi sismici che hanno segnato il territorio nel tempo.
Il palazzo Carafa, che domina la piazza, è un edificio di forma quasi rettangolare, a cinque piani, con pareti perimetrali in blocchi di pietra sbozzati, solai lignei con voltine in mattoni. Esso coincide in parte con quelle che erano le mura fortificate del vecchio borgo medioevale visibili ancora oggi in pochi punti del centro storico. Lungo la facciata esterna e inglobata nella struttura la porta urbica con arco a tutto sesto. La cappella della SS. Annunziata sorge a ridosso del palazzo ducale, si distingue per il portale d'ingresso gotico composto di due pilastri con capitelli decorati a motivi floreali e antropomorfi, sormontato da un architrave lineare, che sorregge un arco. Questo riporta un'iscrizione a caratteri gotici, che ricorda la data di costruzione, il 1363. L'interno è a navata unica. Il presbiterio è sopraelevato rispetto al piano della chiesa e conserva un portale, che immette nella sacrestia. La Cripta è un piccolo ambiente voltato rettangolare, diviso in due parti da un arco a tutto sesto, sulle cui pareti è presente un ciclo di affreschi di stampo trecentesco. Tra le varie pitture presenti la più importante è forse il Cristo nudo, rara rappresentazione della nudità di Gesù adulto, sopravvissuta alla censura nell'arte sacra decretata dal Concilio di Trento.
Il percorso, partendo dalla Porta principale, accompagnerà i visitatori nel borgo alla scoperta della sua storia, dal medioevo a giorni nostri. Visiteremo l'ala agibile di Palazzo Carafa, dimora storica privata, con la sua sala di rappresentanza e il loggiato che affaccia sul paese, gli ambienti sotterranei con la prigione e il posto di guardia. La Cripta dell'Annunziata, la chiesa madre e una mostra estemporanea allestita in piazza chiuderanno il percorso.
proloco Jelsi e Volontari FAI