L'ex ospedale psichiatrico di Girifalco, già convento dei frati minori riformati e divenuto in tempi recenti complesso monumentale, è un imponente edificio storico di Girifalco tutelato dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Si trova al termine di Corso Garibaldi in pieno centro ed è possibile avvistarlo già in lontananza. L'estensione dei suoi ambienti è apprezzabile integralmente solo da una vista dall'alto. Padre Giovanni Fiore, nel suo scritto Della Calabria Illustrata, pone la fondazione del convento nel 1635. Esso era dedicato ai santi Antonio ed Elena e sorgeva su una vasta area concessa ai frati minori riformati dal duca di Girifalco Fabrizio Caracciolo che donò la terra per il convento e lo fece anche costruire. Dopo l'unità d'Italia, il prefetto di Catanzaro Colucci fu promotore dell'istituzione di un manicomio interprovinciale nella Calabria, perché nell'800 l'unico ospedale psichiatrico nel Meridione era in Campania e la capacità ricettiva di quella struttura si dimostrò insufficiente. Dopo la verifica di varie strutture presenti in altri comuni della zona, nel 1878 venne ritenuto idoneo il convento dei frati minori riformati di Girifalco, che venne così trasformato in frenocomio. Si intrapresero così gli interventi necessari ad accogliere i primi cinquanta ospiti. Le trasformazioni lasciarono invariate le celle dei frati nella forma e nelle dimensioni, provvedendo soltanto all'indispensabile separazione funzionale dei comparti degli uomini e delle donne – allocati rispettivamente nell'ala est e in quella ovest, inglobando anche la chiesa a due navate – mediante sottili murature che chiudono il camminamento tangente i lati del chiostro quadrangolare lungo la direttrice nord-sud e la creazione di collegamenti verticali indipendenti, variando infine lievemente il passo delle aperture per far corrispondere alle nuove disposizioni interne il disegno delle facciate. Nel 1997, il vecchio nosocomio venne interessato da un progetto di recupero e adeguamento funzionale per offrire servizi socio-assistenziali in un contesto semi-urbanizzato che si conserva quasi inalterato dal XIX secolo.
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