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Trisobbio è un paese situato nel verde delle colline dell'Alto Monferrato, al centro di un organismo territoriale fittamente insediato, compreso fra i corsi dell'Orba e della Bormida. Tipico insediamento di crinale, si sviluppa con un peculiare impianto urbano avvolgente: attorno al vertice della collina, occupata dal Castello, si sviluppano tre anelli concentrici secondo il modello urbanistico medioevale del "recetto", grazie al quale l'intero centro abitato veniva sviluppato quale vera e propria fortificazione.
La leggenda vuole che il paese sia stato fondato da tre famiglie di uomini sobri, fratelli di sette uomini ebbri, fondatori di Strevi, e da qui Tres Sobri. Il paese potrebbe avere addirittura origini etrusche, ma le prime notizie certe risalgono al 1023/1033; i documenti, invece, attestano il nome Trexoblo a partire dal 1040. In epoca medievale Trisobbio fu feudo dei Marchesi del Bosco; dal 1240 passò ai Malaspina e, successivamente, alla famiglia Boccaccio. Nel 1536 entrò a far parte dei possedimenti dei Gonzaga e dopo degli Spinola. Occupato dalle truppe francesi, seguì, infine, la sorte del Regno di Sardegna, fino all'Unità d'Italia del 1861.
Il paese è dominato dal Castello, esistente già all'inizio del XIII secolo, il cui impianto conserva la forma originaria. La torre è stata realizzata durante i lavori di ristrutturazione avviati nel 1913 dal marchese Spinola sotto la direzione dell'architetto D'Andrade. Nel 1989 il Castello è divenuto di proprietà comunale. La Parrocchiale, dedicata a Nostra Signora Assunta, risulta in fase di costruzione nel 1398. L'edificio subì varie trasformazioni e oggi si presenta in stile barocco. Gli affreschi della Parrocchiale, così come quelli dell'Oratorio del SS. Crocifisso, sono stati realizzati dai fratelli Ivaldi, la cui produzione fu vastissima e spazia per l'intero Piemonte. Nella Parrocchiale sono poi conservate due tele di Michele Beccaria, nato a Trisobbio nel 1568, Parroco di Montaldo e pittore assai prolifico. Di notevole pregio l'organo Serassi risalente al 1863. A poca distanza sorge il Palazzo De Rossi Dogliotti, sede del Comune dal 1932. Fu di proprietà del sindaco Paolo Luigi Dogliotti, che lo donò al paese alla sua morte. L'epoca di costruzione risale al XVI e al XVII secolo, con arricchimenti architettonici e decorativi di epoche successive e tipici del barocchetto piemontese.
Il Comune di Trisobbio ha ottenuto nel 2021 la bandiera arancione, ambito riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano (TCI) ai piccoli comuni dell'entroterra italiano che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità. Durante le GFP i visitatori sono accompagnati attraverso i tre anelli concentrici del borgo, visitando gli interni del castello, della torre, del palazzo comunale, della Parrocchiale e dell'Oratorio con la narrazione delle antiche vicende, delle tradizioni locali, dell'intensa vitalità associativa, delle peculiarità enogastronomiche (vino e tartufi). Dal Belvedere e dalla Torre del castello si possono ammirare le vallate e i paesi incastellati vicini e si scorgono in lontananza le Alpi. Per gli amanti della natura il paese offre il percorso che si sviluppa lungo l'incontaminato fondovalle del rio Stanavasso, di importante pregio naturalistico all'interno della tartufaia di Trisobbio. A valle del paese la cristallina fonte del sambuco, a poca distanza la Chiesa di San Rocco, famoso santo "ausiliatore" nelle malattie e principalmente nella peste, in piacevole posizione panoramica.
volontari del FAI, esperti di storia e tradizioni locali, apprendisti Ciceroni Istituto C. Barletti e Istituto S. Caterina
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