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FONTANA ANTICA DI GALLIPOLI

FONTANA ANTICA DI GALLIPOLI

GALLIPOLI, LECCE

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FONTANA ANTICA DI GALLIPOLI

Gallipoli è conosciuta principalmente come meta turistica dotata di un mare cristallino e natura incontaminata. Ma la città custodisce anche preziosi beni culturali e architettonici. Fra questi spicca per bellezza ed imponenza la “Fontana Antica”. Per molti anni è stata considerata la più antica di Italia, con epoca di costruzione datata all’incirca al III secolo a.C., ma numerosi studi sembrano datarla presumibilmente in età rinascimentale. In origine posta in zona “Fontanelle”, presso quelle che erano una volta le terme gallipolitane, fu poi spostata fino all’attuale collocazione a ridosso dell’ingresso dell’isola del centro storico della citta. La fontana, originariamente dotata di una sola facciata, nel 1765 fu arricchita ad opera del Comune dalla realizzazione di una seconda facciata. La facciata originale, che guarda a scirocco, è suddivisa in tre parti da quattro cariatidi che sorreggono l'architrave con un ricco decoro che riporta scene delle “Fatiche di Ercole”. Nei bassorilievi, sotto l’architrave, sono scolpite scene che rappresentano le tre metamorfosi delle mitologiche Dirce, Salmace e Biblide che vennero trasformate in fonti perenni. Su questo capolavoro d’arte sono, poi, ben visibili delle scritte latine. Nella parte sottostante della fontana, infine, sono presenti tre vasche sorrette da altrettanti putti. Contenevano l’acqua che sgorgava da fori praticati nelle statue e che convogliava nel vascone sottostante, che fungeva in passato da abbeveratoio per gli animali. Da questo abbeveratoio, in un passato più recente, attorno agli anni Cinquanta, veniva prelevata l'acqua con il riempimento di alcune botticelle, poi cedute alle famiglie che, numerose, non avevano in casa l'acqua corrente. Queste botticelle venivano deposte su un carretto trainato da un asino che più volte al giorno percorreva il ponte di pietra per raggiungere la città vecchia, meta della "vendita" dell'acqua. Al di là comunque delle sue origini, la Fontana di Gallipoli rimane un’opera d’arte tutta da ammirare e, soprattutto, da proteggere. Periodicamente vengono eseguiti lavori di restauro, ma sarebbe bene proteggerla definitivamente dalle intemperie e dall’usura del tempo, oltre che da atti di vandalismo, sempre possibili. Scatto a cura di Andrea Saponaro . https://www.youtube.com/watch?v=PyxHG-HAJng

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Gallipoli è conosciuta principalmente come meta turistica dotata di un mare cristallino e natura incontaminata. Ma la città custodisce anche preziosi beni culturali e architettonici. Fra questi spicca per bellezza ed imponenza la “Fontana Antica”. Per molti anni è stata considerata la più antica di Italia, con epoca di costruzione datata all’incirca al III secolo a.C., ma numerosi studi sembrano datarla presumibilmente in età rinascimentale. In origine posta in zona “Fontanelle”, presso quelle che erano una volta le terme gallipolitane, fu poi spostata fino all’attuale collocazione a ridosso dell’ingresso dell’isola del centro storico della citta. La fontana, originariamente dotata di una sola facciata, nel 1765 fu arricchita ad opera del Comune dalla realizzazione di una seconda facciata. La facciata originale, che guarda a scirocco, è suddivisa in tre parti da quattro cariatidi che sorreggono l'architrave con un ricco decoro che riporta scene delle “Fatiche di Ercole”. Nei bassorilievi, sotto l’architrave, sono scolpite scene che rappresentano le tre metamorfosi delle mitologiche Dirce, Salmace e Biblide che vennero trasformate in fonti perenni. Su questo capolavoro d’arte sono, poi, ben visibili delle scritte latine. Nella parte sottostante della fontana, infine, sono presenti tre vasche sorrette da altrettanti putti. Contenevano l’acqua che sgorgava da fori praticati nelle statue e che convogliava nel vascone sottostante, che fungeva in passato da abbeveratoio per gli animali. Da questo abbeveratoio, in un passato più recente, attorno agli anni Cinquanta, veniva prelevata l'acqua con il riempimento di alcune botticelle, poi cedute alle famiglie che, numerose, non avevano in casa l'acqua corrente. Queste botticelle venivano deposte su un carretto trainato da un asino che più volte al giorno percorreva il ponte di pietra per raggiungere la città vecchia, meta della "vendita" dell'acqua. Al di là comunque delle sue origini, la Fontana di Gallipoli rimane un’opera d’arte tutta da ammirare e, soprattutto, da proteggere. Periodicamente vengono eseguiti lavori di restauro, ma sarebbe bene proteggerla definitivamente dalle intemperie e dall’usura del tempo, oltre che da atti di vandalismo, sempre possibili. Scatto a cura di Andrea Saponaro . https://www.youtube.com/watch?v=PyxHG-HAJng

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