Capolavoro unico di architettura industriale del 1912 relativa ai Forni Hoffmann a sedici camere. L'idea di questa fabbrica di laterizi fu indotta dal terremoto di Messina del 1908. Molti dei sopravvissuti del sisma vennero assistiti e curati a Scicli presso l'Ospedale Busacca e ci si rese conto che il sisma aveva generato una forte domanda di materiali per la ricostruzione. Fino a quella data le fabbriche di laterizi di tutta Europa erano state edificate senza curare l'aspetto architettonico. Grazie all'opera dell'Ing. Ignazio Emmolo la Fornace Penna è il primo esempio di architettura industriale applicata ai forni Hoffmann, Egli si recò fino in Germania per acquisire le conoscenze su questo tipo di impianti. Al suo rientro rielaborò i suoi studi coniugando le esigenze del ciclo produttivo dei laterizi con la conoscenza della tecnica costruttiva tradizionale della zona, basata sull'uso della pietra locale, il calcare forte. Il risultato fu un suggestivo e mirabile esempio di fabbrica che maestosamente si ergeva con i suoi due ordini di bifore in uno scenario paesistico molto suggestivo. Dune di sabbia coperte da macchia mediterranea, vigneti, scogliera rocciosa e l'azzurro del cielo e il blu del mare. L'edificio fu collocato strategicamente sulla bellissima scogliera di Pisciotto (località Sampieri). A pochi metri il mare, la cava di argilla e ad 1km la stazione ferroviaria di Sampieri. Il suo camino divenne un punto di riferimento geografico per naviganti e non. I prodotti potevano viaggiare sia via terra che via mare. La bellezza della sua struttura ha reso un paesaggio già mirabile ancora più suggestivo. Edificio e fabbrica all'avanguardia tecnologica per i primi del '900, all'interno racchiudeva un suggestivo circuito ellittico costituito da sedici camere anch'esse in pietra, cui fuoco era alimentato da combustibili solidi , quali sansa esausta, gusci di mandorla ed altro. Il fuoco avanzava a giro una camera alla volta in modo da creare un lento pre-riscaldamento del prodotto crudo e un lento raffreddamento di quello cotto. Il tiraggio forzato dei fumi era effettuato da una elegante ciminiera a doppia camicia di mattoni con basamento in pietra. Si producevano laterizi quali tegole di ogni tipo, mattoni di varia misura, canali per l'acqua grondaie, ecc. Vi lavoravano stagionalmente un centinaio di persone , giovani soprattutto, sviluppando localmente un'attività economica molto florida. Fu distrutta da un incendio doloso nel 1926 cui motivi ancora non sono chiari. Solo 14 anni di attività e la decisione del Barone Penna di non ricostruirla più. Da quel momento il lento declino di questa meravigliosa struttura e dell'area in cui è immersa. E' stata oggetto di studi e vari progetti di cui alcuni di natura altamente speculativa. I vincoli a cui è sottoposta ne hanno impedito il suo stravolgimento. Simbolo di storia e cultura, la fornace, passata di proprietà della Regione Siciliana a fine luglio 2024, a fine ottobre è protagonista di qualche iniziale intervento di messa in sicurezza, ma resta in attesa di un progetto complessivo, che miri a ridonarle una valorizzazione adeguata. Questo unicum di archeologia industriale suscita così tanti sentimenti di ammirato stupore da essere stato scelto in più occasioni come location nella serie televisiva "Il commissario Montalbano" a cui dobbiamo tributare il grande merito di averla fatta conoscere in tutto Italia e non solo.
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