I Luoghi del Cuore
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FARA IN SABINA, RIETI

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Su di una collina prospicente il paese di Fara in Sabina sorgeva, e sorge tutt’ ora, un pregevole manufatto denominato “Villa Rosset” risalente al secolo XIX , residenza, sino al conflitto mondiale del 1915/’18, del Vescovo Ausiliare di Sabina. Guardando da Fara, più in basso e sulla destra di chi osserva sorge l’antico complesso di San Fiano residenza estiva, dai primi giorni di maggio a gli ultimi di settembre, dei frati Benedettini di Farfa. Lo spostamento era dovuto all’imperversare, al sopraggiungere dei calori estivi, della malaria che vi resistette sino alla fine del secolo XIX. Dopo la fine del primo conflitto mondiale la “Villa Rosset” fu rilevata mediante acquisto dalla famiglia reatina Maraini che la destinò a convalescenziario per militari feriti durante la guerra del 1915-1918. Ciò in memoria di un membro della famiglia Maraini medesima caduto durante il suddetto conflitto. Ben presto il “Convalescenziario Villa Maraini” si svuotò per esito degli ultimi “reduci” ormai guariti e di conseguenza, svuotandosi, perse la sua funzionalità. Si era ormai alla metà degli anni ’20 del secolo XX° e il manufatto fu acquistato dalla casa regnante (Savoia) su interessamento della Regina Elena. Contestualmente fu anche acquistata, dai frati benedettini di Farfa, la loro residenza estiva di San Fiano che aveva, analogamente al convalescenziario, perso per i benedettini la sua funzionalità a causa della ormai avvenuta bonifica dell’intera zona dalla “malaria”. Ambedue le costruzioni furono destinate a “Preventori”, ovvero stabilimenti clinici attrezzati, atti ad accogliere i figli di famiglie disagiate nel cui seno fosse ospitato almeno un membro colpito, o precedentemente colpito e poi guarito, da tubercolosi. I due stabilimenti erano stati donati, una volta attrezzati, alla Croce Rossa Italiana. I piccoli ospiti venivano ospitati, dal momento in cui erano stati prelevati dal seno della famiglia natale, sino al conseguimento della licenza elementare. Alla fine del 1943, con l’occupazione tedesca, i due “Preventori” furono sgombrati dalle truppe occupanti e destinati di nuovo a convalescenziarii per feriti tedeschi. Nel 1946 ripresero la loro funzione di “Preventori” e con gli anni ’60 del secolo scorso si aggiunse alla licenza elementare quella di terza media per i piccoli ospiti. Con la metà degli anni ’70 con la scomparsa della tubercolosi e con la renitenza delle famiglie, anche se disagiate, ad inviare i loro figli, i “Preventori” di Fara in Sabina cessarono completamente ogni attività. Per la storia occorre dire che l’ultimo meritevolissimo direttore fu il Dottor Carlo Guelfo che a questa istituzione ed alla Croce Rossa Italiana dedicò la sua intera vita di medico. ________________________________________________________________________ Questa struttura veniva utilizzata come preventorio per malattie respiratorie (tubercolosi). Una volta debellata questa malattia divenne colonia che ospitava ragazzi, molti con problemi familiari. Dal 1967, dopo la sua definitiva chiusura venne riconvertito a Colonia estiva che ospitava fino a 300 bambini alla volta; una ricchezza per il paese e per il comune di Fara. Una volta terminata questa attività l'edificio diventò deposito di materiali per il Corpo Militare di Croce Rossa fino a fine secolo.

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Su di una collina prospicente il paese di Fara in Sabina sorgeva, e sorge tutt’ ora, un pregevole manufatto denominato “Villa Rosset” risalente al secolo XIX , residenza, sino al conflitto mondiale del 1915/’18, del Vescovo Ausiliare di Sabina. Guardando da Fara, più in basso e sulla destra di chi osserva sorge l’antico complesso di San Fiano residenza estiva, dai primi giorni di maggio a gli ultimi di settembre, dei frati Benedettini di Farfa. Lo spostamento era dovuto all’imperversare, al sopraggiungere dei calori estivi, della malaria che vi resistette sino alla fine del secolo XIX. Dopo la fine del primo conflitto mondiale la “Villa Rosset” fu rilevata mediante acquisto dalla famiglia reatina Maraini che la destinò a convalescenziario per militari feriti durante la guerra del 1915-1918. Ciò in memoria di un membro della famiglia Maraini medesima caduto durante il suddetto conflitto. Ben presto il “Convalescenziario Villa Maraini” si svuotò per esito degli ultimi “reduci” ormai guariti e di conseguenza, svuotandosi, perse la sua funzionalità. Si era ormai alla metà degli anni ’20 del secolo XX° e il manufatto fu acquistato dalla casa regnante (Savoia) su interessamento della Regina Elena. Contestualmente fu anche acquistata, dai frati benedettini di Farfa, la loro residenza estiva di San Fiano che aveva, analogamente al convalescenziario, perso per i benedettini la sua funzionalità a causa della ormai avvenuta bonifica dell’intera zona dalla “malaria”. Ambedue le costruzioni furono destinate a “Preventori”, ovvero stabilimenti clinici attrezzati, atti ad accogliere i figli di famiglie disagiate nel cui seno fosse ospitato almeno un membro colpito, o precedentemente colpito e poi guarito, da tubercolosi. I due stabilimenti erano stati donati, una volta attrezzati, alla Croce Rossa Italiana. I piccoli ospiti venivano ospitati, dal momento in cui erano stati prelevati dal seno della famiglia natale, sino al conseguimento della licenza elementare. Alla fine del 1943, con l’occupazione tedesca, i due “Preventori” furono sgombrati dalle truppe occupanti e destinati di nuovo a convalescenziarii per feriti tedeschi. Nel 1946 ripresero la loro funzione di “Preventori” e con gli anni ’60 del secolo scorso si aggiunse alla licenza elementare quella di terza media per i piccoli ospiti. Con la metà degli anni ’70 con la scomparsa della tubercolosi e con la renitenza delle famiglie, anche se disagiate, ad inviare i loro figli, i “Preventori” di Fara in Sabina cessarono completamente ogni attività. Per la storia occorre dire che l’ultimo meritevolissimo direttore fu il Dottor Carlo Guelfo che a questa istituzione ed alla Croce Rossa Italiana dedicò la sua intera vita di medico. ________________________________________________________________________ Questa struttura veniva utilizzata come preventorio per malattie respiratorie (tubercolosi). Una volta debellata questa malattia divenne colonia che ospitava ragazzi, molti con problemi familiari. Dal 1967, dopo la sua definitiva chiusura venne riconvertito a Colonia estiva che ospitava fino a 300 bambini alla volta; una ricchezza per il paese e per il comune di Fara. Una volta terminata questa attività l'edificio diventò deposito di materiali per il Corpo Militare di Croce Rossa fino a fine secolo.
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