I Luoghi del Cuore
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EDICOLA AFFRESCATA DI PORTA SAN GENNARO

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Porta San Gennaro è la più antica porta della città di Napoli, menzionata già in documenti risalenti all'anno 928, quando era dilagata la paura dei Saraceni che avevano già distrutto la città di Taranto dopo l'epidemia di Peste del1656. ex voto, vi fu aggiunta un'edicola affrescata da Mattia Preti, con motivi sacri. L’affresco rappresenta la Vergine Immacolata con il Bambino in braccio, affiancata da san Gennaro, san Francesco Saverio e santa Rosalia che intercedono per la fine del morbo. La scena è divisa in due registri: in quello alto la Vergine col Bambino in mezzo a una gloria di Angeli poggia su una falce di luna, tipico attributo iconografico dell'Immacolata Concezione. Da un lato San Gennaro in paramenti vescovili tiene tra le mani l’ampolla di sangue e dall’altro lato San Francesco Saverio con il dito puntato verso il cartiglio con la scritta: S. FRANCISCUS XAVE... PATRONUS. Collocata in secondo piano in abito monacale è Santa Rosalia con una ghirlanda di rose che la incorona. Nella parte bassa dell’affresco, sono raffigurate le disgrazie patite dagli abitanti della città flagellata dalla peste. A sinistra (ma oramai quasi illeggibile) è seduta sui gradini l’Allegoria della Peste raffigurata come una donna piena di piaghe e coperta di cenci colta nell’atto di mordere se stessa (simbolicamente un auto alimentarsi della malattia attraverso il contagio). La storia conservativa dell’affresco appare molto travagliata: vent'anni dopo la realizzazione dell’edicola votiva, il dipinto fu danneggiato a causa del terribile terremoto del 1688, e nella metà del Settecento versava in un pessimo stato di conservazione. Alla fine dell'Ottocento si decise di restaurarlo, coprendolo con un composto di albume d'uovo e siero di latte che, combinandosi con il particellato atmosferico, lo rese quasi del tutto illeggibile. L'ultimo restauro risale agli anni Novanta ma, oggi, la preziosa opera si presenta degradata e annerita per effetto degli agenti atmosferici inquinanti e della mancata manutenzione

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Porta San Gennaro è la più antica porta della città di Napoli, menzionata già in documenti risalenti all'anno 928, quando era dilagata la paura dei Saraceni che avevano già distrutto la città di Taranto dopo l'epidemia di Peste del1656. ex voto, vi fu aggiunta un'edicola affrescata da Mattia Preti, con motivi sacri. L’affresco rappresenta la Vergine Immacolata con il Bambino in braccio, affiancata da san Gennaro, san Francesco Saverio e santa Rosalia che intercedono per la fine del morbo. La scena è divisa in due registri: in quello alto la Vergine col Bambino in mezzo a una gloria di Angeli poggia su una falce di luna, tipico attributo iconografico dell'Immacolata Concezione. Da un lato San Gennaro in paramenti vescovili tiene tra le mani l’ampolla di sangue e dall’altro lato San Francesco Saverio con il dito puntato verso il cartiglio con la scritta: S. FRANCISCUS XAVE... PATRONUS. Collocata in secondo piano in abito monacale è Santa Rosalia con una ghirlanda di rose che la incorona. Nella parte bassa dell’affresco, sono raffigurate le disgrazie patite dagli abitanti della città flagellata dalla peste. A sinistra (ma oramai quasi illeggibile) è seduta sui gradini l’Allegoria della Peste raffigurata come una donna piena di piaghe e coperta di cenci colta nell’atto di mordere se stessa (simbolicamente un auto alimentarsi della malattia attraverso il contagio). La storia conservativa dell’affresco appare molto travagliata: vent'anni dopo la realizzazione dell’edicola votiva, il dipinto fu danneggiato a causa del terribile terremoto del 1688, e nella metà del Settecento versava in un pessimo stato di conservazione. Alla fine dell'Ottocento si decise di restaurarlo, coprendolo con un composto di albume d'uovo e siero di latte che, combinandosi con il particellato atmosferico, lo rese quasi del tutto illeggibile. L'ultimo restauro risale agli anni Novanta ma, oggi, la preziosa opera si presenta degradata e annerita per effetto degli agenti atmosferici inquinanti e della mancata manutenzione
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