L'oratorio dei disciplini di Clusone, in val Seriana in provincia di Bergamo, è un edificio di origine medievale, posto di fronte alla basilica di Santa Maria Assunta, voluto dalla confraternita dei disciplini come sede del proprio ordine.
L'edificio, dalla struttura semplice, possiede un ciclo di affreschi di grande valore, del 1485, dipinti dal pittore clusonese Giacomo Borlone de Buschis: all'esterno, sulla parete di facciata, sono dipinti i seguenti soggetti, su vari registri.
In alto il Trionfo della morte: la Morte viene vista come una grande regina che sottomette tutti a sé; è rappresentata come uno scheletro trionfante avvolta in un mantello e con una corona sul capo. Essa sventola dei cartigli; sotto il cartiglio a destra vi è un gruppo di persone che la implorano offrendole ricchezza; sul drappo però, la Morte afferma che nessun uomo è così forte da poterle scappare. Nel cartiglio a sinistra invece, ella dice di essere regina e di non volere le ricchezze che le vengono offerte, perché vuole solo la vita di coloro che la implorano, essendo Signora di ogni persona. Sotto i suoi piedi, in un sepolcro di marmo, giacciono i corpi del Papa e dell'Imperatore, circondati da serpenti, rospi e scorpioni, emblemi di superbia e morte improvvisa. Questo sta a simboleggiare la potenza della morte, che non risparmia nessuno. Infatti, accanto al sepolcro, vi sono persone ricche e potenti che le offrono oro in cambio della loro salvezza; tra questi soggetti si possono riconoscere un cardinale, un vescovo, un re ed un filosofo. La grande Regina, in ogni caso, colpisce in modo spietato, aiutata da altri scheletri. Questi aiutanti che stanno al suo fianco hanno il compito di uccidere. Quello che si trova a destra della Morte tiene in mano una specie di archibugio e colpisce senza pietà un gruppo di persone imploranti; sopra di esse vi è un altro cartiglio che dice che la morte colpisce in modo doloroso soltanto chi offende Dio mentre porta ad una vita migliore chi pratica la giustizia.
A sinistra, nello stesso registro, inserito nella rappresentazione del Trionfo della Morte, l'incontro dei tre morti e dei tre vivi.
Nel registro mediano la danza macabra. Gli scheletri, allegoria della morte, danzano con diversi personaggi di rango inferiore rispetto alle vittime della Morte nel trionfo del registro superiore: vi sono rappresentati una donna con uno specchio, simbolo della vanità; un membro della confraternita dei disciplini, con l'abito della regola e il flagello; un contadino; un oste; un soldato; un mercante, con la sacca dei soldi; un uomo di lettere; un magistrato. Questi, ciascuno in coppia con uno scheletro, si avviano verso un macabro ballo.
Nel registro inferiore ora molto danneggiati erano anche una rappresentazione dei novissimi e del Giudizio universale.
Diverse iscrizioni e cartigli ornano l'affresco:
"Gionto per nome chiamata Morte ferischo a chi tocharà la sorte; non è homo così forte che da mì non po' schapare" iscrizione contenuta nel cartiglio che la Morte regge nella mano destra.
"Gionto la Morte piena de equalenza solo voi voglio e vostra richeza e digna sono da portar corona perché signorezi ognia persona" recita il cartiglio sorretto dalla mano sinistra della Morte.
"Ognia omo more e questo mondo lassa - chi ofende a Dio amaramente passa" cartiglio a sinistra nel Trionfo della Morte.
"O ti serve a Dio del bon core non avire pagura a questo ballo venire. Ma alegremente vene e non temire"
"... Amamus crucem omnes diligamus Deo devote serviamus cum omne reverentia " (divide la danza macabra dal registro inferiore)