La Corte Ospitale di Rubiera, collocata tra la via Emilia e il fiume Secchia, era uno dei più importanti ospedali che ospitava pellegrini e viandanti provenienti da viaggi lungo l’antica via romana, oltre che dalle località di Sassuolo e, attraverso i passi appenninici, da Lucca e Roma.
Il primo e più antico ospedale di Rubiera si ipotizza che risalga al 1179, distrutto in seguito ad un’imposta del Duca Alfonso I d’Este nel 1523.
La ricostruzione dell’ospedale è attribuita alla nobile famiglia Sacrati, che realizzò la nuova struttura su una delle sue proprietà a nord del centro del paese: il progetto venne affidato all’architetto Gian Battista Ceretti nel 1531. L’ospitale, dedicato a Sant’Antonio, diventa così un enorme edificio realizzato in stile rinascimentale che si innalza sulla vasta pianura circostante.
La funzione di ospedale fu mantenuta fino al 1768, con la soppressione degli ospedali dettata dal duca di Modena Francesco III e in seguito alla sua dismissione, lo stabile cominciò una la fase di decadenza e degradazione; dopo poco la proprietà venne acquisita dal conte Greppi di Milano, che la trasformò in una fattoria, convertendo gli spazi esistenti a stalle ed abitazioni contadine.
È col passaggio di proprietà al Comune di Rubiera che iniziano i restauri che restituiranno all’edificio il suo carattere storico ed architettonico così come lo vediamo oggi.
L’edificio si sviluppa con un impianto quadrangolare che ospita, oltre al corpo principale su due livelli, anche i luoghi di servizio. Gli ambienti funzionali affacciano su un’ampia corte interna, circondata da un porticato perimetrale formato da volte a crociera, sorrette meravigliose colonne con capitelli in pietra arenaria. Sul lato della corte opposto all’ingresso è collocata una torre dell’orologio dall’aspetto snello e leggero che presenta una piccola campanella collocata al vertice. La facciata è caratterizzata da un paramento murario in laterizio lasciato a vista, adornato da un cornicione in cotto.
Nell’ala riservata ai servizi di rimessa l’accesso è sormontato da un massiccio torrione con arco passante, anch’esso realizzato in laterizio con una cornice di ornamento a motivo dentato.
Oggi questo complesso è sede tre associazioni culturali: la Corte Ospitale, il Parco Fluviale del fiume Secchia e Linea di Confine.