La Chiesa è una delle più antiche di Ferrara e prende il nome dal particolare luogo in cui era collocata, un guado (da cui il termine vado) sopra ad uno dei tanti canali del Po che attraversavano l'area. La Chiesa è collegata ad un fatto che, nel 1171, avvenne durante il giorno di Pasqua, quando miracolosamente uscirono dall'ostia consacrata alcune gocce di sangue che arrivarono a bagnare la volta del catino absidale. La Chiesa acquistò subito una maggiore notorietà e venne scelta come meta di pellegrinaggio. Nel 1495 cominciarono i lavori di ampliamento voluti da Ercole I d'Este e realizzati in parte anche da Biagio Rossetti. La facciata è in laterizio, divisa orizzontalmente da un cornicione e con la parte centrale, culminante con un timpano, più elevata rispetto agli spioventi corrispondenti alle navate laterali. Il portale è ornato da una decorazione marmorea e, nel prospetto, sono presenti sculture realizzate da Andrea Ferrari. L'interno è composto da tre navate e da un ricco e sontuoso impianto decorativo, significativo soprattutto nel soffitto, dove Carlo Bononi ha realizzato un suggestivo scorcio dal basso. La zona dell'altare è decorata dipinti di Domenico Mona, Bononi e Camillo Filippi. Si segnala, in una navata laterale, la presenza di un'icona, raffigurante la Madonna di Costantinopoli, risalente al Quattrocento e realizzata secondo lo stile bizantino. Inoltre, da ricordare che Santa Maria in Vado, insieme al Duomo, è l'unica chiesa ad avere un fonte battesimale.